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Indennità di mobilità: stop dal 2017, al suo posto la Naspi

martedì 1 marzo 2016, di Stefania Manservigi

Dal 1° gennaio 2017 la Naspi prenderà il posto dell’indennità di mobilità.
La novità riguarderà quindi i lavoratori licenziati dalle aziende con più di 15 dipendenti, per i quali era previsto questo ammortizzatore sociale e che potranno usufruire dal 2017 soltanto della Naspi.
Dell’abrogazione dell’indennità di mobilità si era già discusso con l’approvazione della Legge Fornero, la riforma del Lavoro realizzata dal Governo Monti. Tale previsione non è stata rivista dalle recenti riforme confluite nel Jobs Act del governo Renzi, e diverrà quindi effettiva a partire dal 2017.
Ecco quello che succederà.

Indennità di mobilità, dal 2017 solo la Naspi. Cosa succederà?
L’abrogazione dell’indennità di mobilità riguarderà i lavoratori delle imprese con più di 15 dipendenti che perderanno il lavoro dal 31 dicembre 2016. Tali lavoratori potranno fare richiesta esclusivamente per la Naspi, il nuovo sussidio di disoccupazione introdotto con il Jobs Act, la riforma del lavoro del Governo Renzi, a partire dal 1° maggio 2015.
Non sono previsti cambiamenti, invece, per i lavoratori che entro il 31 dicembre 2016 siano già collocati in mobilità: essi continueranno infatti a percepire l’indennità fino alla fine del periodo di assistenza.
L’assorbimento dell’indennità di mobilità nella Naspi era stato già anticipato dalla Riforma Fornero che ha portato a partire da gennaio di quest’anno a una riduzione di 6 mesi del periodo di erogazione della stessa.

Disoccupazione, passaggio da mobilità a Naspi: cosa cambia?
L’assorbimento dell’indennità di mobilità nella Naspi a partire dal 1° gennaio 2017 comporterà delle penalizzazioni a carico dei disoccupati interessati dal cambiamento.
Se i lavoratori esclusi dall’indennità di mobilità inizialmente si ritroveranno a percepire con la Naspi un assegno maggiore, lo stesso andrà tuttavia a ridursi con il tempo.
Per quanto riguarda la mobilità, infatti, la durata della stessa dipende dall’area di residenza e dall’età del beneficiario e può arrivare fino ad un massimo di 48 mesi. Gli importi percepiti hanno massimali lordi che variano in base al reddito del lavoratore che si ritrova senza lavoro: i massimali sono di 960 euro lordi per gli stipendi fino a 2000 euro e di 1150 euro lordi per le retribuzioni superiori a 2000 euro.
La Naspi, invece, prevede un tetto massimo dell’assegno fissato a 1300 euro, ma la durata di erogazione dello stesso è minore ed è pari alla metà delle settimane di contributi versati nei quattro anni precedenti. Inoltre l’importo della Naspi si riduce del 3% ogni mese a partire dal quarto mese.
I disoccupati che dal 2017 rientreranno quindi nella Naspi e non percepiranno più l’indennità di mobilità, potranno fruire dell’assegno di disoccupazione per un massimo di 24 mesi e riceveranno un importo gradualmente più basso di quello che avrebbero percepito in base al precedente regime.

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