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Il segreto del Dollaro USA tappa le opportunità sul Forex

mercoledì 17 gennaio 2018, di Flavia Provenzani

Il dollaro statunitense ha iniziato il 2018 su basi deboli e continua a scendere contro le valute rivali, giorno dopo giorno. E il biglietto verde sarebbe ancora più debole se non fosse per il suo status di valuta di riserva.

Le valute di riserva, categoria che comprende anche l’euro e lo yen oltre al dollaro, godono di una base di compratori tra le banche centrali mondiali, che riempiono le proprie casse con riserve valutarie estere. Nel terzo trimestre del 2017 il dollaro rappresentava il 63,5% delle riserve mondiali secondo i dati forniti dal FMI.

Questo status di valuta di riserva implica che in tempi di dollaro debole, come oggi, le banche centrali corrano a fare scorta di biglietto verde, il che blocca la volatilità nel mercato del Forex.

Su questa base, un calo mensile ipotetico del 3% sul dollaro si trasforma in una discesa reale dimezzata all’1,5%.
Più semplicemente, la debolezza del dollaro tende ad essere eguagliata da periodi di calo della volatilità sul mercato, proprio come è successo tra il 2000 e il 2007.

Per avere un riferimento, l’indice del dollaro USA, che tiene traccia del valore del dollaro contro sei valute concorrenti, è diminuito dell’1,6% da inizio mese, mentre è sceso del 9,9% nel corso di tutto il 2017.
E i fattori correlati al dollaro, la volatilità e la crescita globale indicano che assisteremo ad un andamento simile anche nel 2018.

La volatilità implicita a tre mesi ponderata sui volumi è attualmente di circa il 25% al di sotto della sua media quinquennale, ai minimi visti l’ultima volta nella seconda metà del 2014.

La volatilità implicita a tre mesi ponderata sui volumi nel Forex è ai minimi del 2014.

Si tratta di una nota stonata, dato il rischio geopolitico percepito tra gli investitori, ma le ragioni della discesa della volatilità vanno oltre le semplici regole della macroeconomia.

Ad esempio, la normativa della MIFID II, entrata in vigore questo mese, potrebbe aver ridotto il turnover nel Forex e quindi la volatilità. Inoltre, dato che il 2017 non è stato un anno redditizio per i forex trader come lo sono stati invece gli anni precedenti, i volumi erano già in fase discendente.

Anche la volatilità tra altri asset è comunemente più bassa nei periodi di debolezza del dollaro, a causa della teoria secondo cui il dollaro debole va di pari passo con la crescita globale. Ciò, a sua volta, è positivo per asset rischiosi come titoli azionari o mercati emergenti.

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