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FMI all’Europa: servono azioni decisive contro i bad loan per puntare alla ripresa
martedì 24 novembre 2015, di
Ammontano a 900 miliardi di euro i prestiti non performanti delle banche europee, per i quali servono operazioni risolute da parte dell’Europa: lo ha dichiarato Jose Vinals, direttore del Dipartimento monetario e dei capitali al Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Diverse azioni sono state intraprese in Europa, in particolare nell’Eurozona, per sostenere il settore bancario, ma adesso è necessario intervenire sui “bad loan” - i prestiti “cattivi”.
“Molte cose importanti sono state fatte, come ad esempio aumentare il capitale delle banche, ma ci sono ancora 900 miliardi di euro in Non Performing Loans (NPLs) che ancora necessitano di essere affrontati in maniera decisiva”.
I prestiti non peformanti sono prevalenti nel sistema bancario nei paesi dell’Eurozona meridionale come Italia, Portogallo, Spagna e Grecia. Secondo le valutazioni approfondite (asset quality review) della Banca Centrale Europea di 130 banche dell’Eurozona nell’ottobre 2014, i prestiti non performanti erano arrivati a quota 879,1 miliardi di euro.
Per Vinals, questi NPLs danneggiano l’intera economia e potrebbero ostacolare il tentativo di ripresa.
“Impegnano il capitale e fanno diminuire la redditività delle banche, così la loro capacità di dare credito all’economia si abbassa. Le banche con i Non Performing Loans più alti tendono ad avere meno disponibilità e possibilità di concedere prestiti, ma l’Europa ha bisogno di istituti che aiutino i settori corporate e privato a sostenere la ripresa”.
Vinals afferma che è necessaria
“un’azione decisiva da prendere sui prestiti non performanti da supervisor delle banche europee e da autorità locali, in modo da creare riforme legali per la ristrutturazione del debito”.
Questo commento arriva dopo la notizia che l’Italia si sta preparando alla creazione di una “bad bank” per ripulire un settore bancario ingolfato da 330 miliardi di euro di prestiti non performanti, secondo quanto dichiarato dal Fondo Monetario Internazionale.
Previsioni di crescita del FMI e politiche dei governi
Agli inizi di ottobre il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le previsioni di crescita nel 2015 per la seconda volta quest’anno e ha segnalato come i rischi per l’economia globale siano diventati più evidenti. Ha poi previsto una crescita del 3,1% per il 2015 e del 3,6% per il 2016.
“Una crescita di questo genere dipende anche dalle politiche dei governi”, ha aggiunto Vinals.
“Possiamo fare in modo che avvenga solo se c’è un aggiornamento nelle politiche che i governi attuano: per esempio politiche fiscali in quei paesi che hanno possibilità di manovra per espandersi, come la Germania o i Paesi Bassi, o riforme strutturali, ossia ciò di cui hanno bisogno le economie più avanzate e molti mercati emergenti.”