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INPS: è profondo rosso. Con un buco da 9 miliardi quale futuro per le pensioni?

mercoledì 17 luglio 2013, di Valentina Pennacchio

Lo avevamo anticipato già qualche mese fa l’INPS è al collasso e i conti sono in rosso. Il 2012 si chiude con un buco di 9 miliardi (385.892 milioni di euro di uscite a fronte di 376.896 milioni di euro di entrate), la cui causa principale è la fusione con le gestioni dell’ex Inpdap e dell’ex Enpals.

Le cifre del rapporto annuale lo rivelano in maniera eloquente: l’INPS eroga circa 21,1 milioni di pensioni (pubbliche e private, previdenziali ed assistenziali) a quasi 16 milioni di cittadini (oltre il 25% della popolazione) per un costo totale pari a 261,3 miliardi di euro nel 2012: +34,4% rispetto al 2011.

Tutta colpa delle pensioni pubbliche?

L’INPS è in rosso a causa delle pensioni pubbliche? Praticamente si. Sono ancora una volta i numeri a rivelarlo. L’INPS ha ereditato un bel debito dall’Inpdap, che aveva chiuso il 2011 a -10,269 miliardi di euro, vedendosi ridurre il patrimonio delle proprie casse da 41,297 miliardi di fine 2011 ai 22 miliardi del 31 dicembre 2012. Insomma in un anno sono andati persi circa 21 miliardi di euro.

Il pubblico ha indebitato il privato e la conseguenza più ovvia è che i privati aggiustano i conti. Come? Evidentemente con le tasse e con assegni pensionistici sempre più scarsi.

Dal rapporto INPS emerge infatti che i dipendenti pubblici incassano un assegno praticamente doppio rispetto a quelli privati. Vediamo gli importi medi mensili:

  • INPS 881 euro;
  • Ex Inpdap 1.725 euro;
  • Ex Enpals 1.175 euro.

Ecco il confronto in sintesi:

Quale futuro per le pensioni?

Dinanzi questo scenario quasi apocalittico, a cui vanno aggiunti i dati Ocse sulla disoccupazione e il precariato, nonché l’effetto PIL sul sistema contributivo (si stima per il 2013 un PIL a quota -1,9%), viene giustamente da chiedersi: quale futuro per le pensioni?

Il presidente dell’INPS Antonio Mastrapasqua tranquillizza e seda ogni allarmismo definendo il sistema previdenziale in piena sicurezza e garantendo che le pensioni continueranno ad essere pagate in maniera regolare:

“È un disavanzo tutto imputabile alla gestione dei lavoratori pubblici. Un disavanzo contabile che non mette a rischio la stabilità finanziaria del sistema”.

In piena sicurezza? Con questi numeri? La matematica non è un’opinione.

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