Huawei indagata per furto di segreti commerciali. Guai anche da Polonia e Germania

Huawei di nuovo nel mirino delle autorità americane.

Secondo le ultime notizie di stampa, il colosso cinese sarebbe stato indagato per spionaggio tecnologico e possibile furto di segreti commerciali. Pratiche illecite, queste, che avrebbero danneggiato diverse società USA.

La presunta indagine contro Huawei ha riacceso le discussioni iniziate all’inizio di dicembre scorso, quando su richiesta americana le autorità canadesi hanno arrestato la CFO (nonché figlia del fondatore) del gruppo con l’accusa di aver violato le sanzioni contro l’Iran. La donna è ancora oggi ai domiciliari.

USA contro Huawei

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il furto di segreti commerciali perpetrato da Huawei avrebbe danneggiato diverse società, prima fra tutte T-Mobile.

Le indiscrezioni di stampa non sono state seguite da conferme o smentite ufficiali, almeno per il momento. Secondo il quotidiano, però, le indagini sarebbero già in fase avanzata: molto presto verrà formalizzata una vera e propria accusa contro il colosso di telefonia cinese.

Il caso Huawei, oltre a riaccendere discussioni mai del tutto sopite, ha gettato nuove ombre sulla guerra commerciale USA-Cina. La loro tregua di 90 giorni (pensata in occasione dell’ultimo G20 di Buenos Aires) finirà ufficialmente il 1° marzo 2019. Le due potenze riusciranno a trovare un accordo commerciale valido e duraturo, alla luce degli ultimi screzi sul fronte tech?

Focus su Polonia e Germania

Anche la Polonia e la Germania hanno avuto a che fare con Huawei. Venerdì scorso la prima ha arrestato un altro dirigente dell’azienda, Wang Weijing, con l’accusa di aver spiato Varsavia su mandato cinese. Immediata la reazione del colosso che ha preso le distanze dall’accaduto licenziando il dipendente incriminato.

A un quadro già complesso si aggiungano poi le indiscrezioni del quotidiano tedesco Handelsblatt, secondo cui la Germania sarebbe in procinto di escludere la cinese dalle reti mobili 5G tramite una revisione più restrittiva dei requisiti di sicurezza. Per il momento, Huawei ha preferito non commentare le vicende.