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Hollande: cambio più realistico per l’euro. La Francia tira l’acqua al suo mulino

mercoledì 6 febbraio 2013, di Erika Di Dio

La richiesta fatta martedì da François Hollande affinché la zona euro gestisse il suo tasso di cambio è stata un chiaro caso di preoccupazione circa lo stato dell’economia francese, ignorando qualsiasi pensiero sull’irritazione che ciò avrebbe potuto causare in Germania.

"Questo è quello che si chiama amicizia franco-tedesca", ha commentato un osservatore a Parigi commentando il discorso del presidente al Parlamento europeo a Strasburgo.

Il signor Hollande è stato attento a precisare di non richiedere un’azione da parte della Banca centrale europea o l’impostazione di un target a breve termine per l’euro. Ma è stato chiaro sul fatto che la zona euro dovrebbe stabilire un target per la valuta a medio termine, che dovrebbe agire "a livello internazionale" per ottenerlo e ha avvertito che un euro ancora in aumento potrebbe "distruggere" gli sforzi fatti da Francia e altri paesi per migliorare la loro competitività.

Posizione tedesca

Philipp Rösler, ministro dell’economia e vice-cancelliere tedesco, ha emesso un avviso immediato al presidente francese, nel quale sosteneva che la priorità assoluta deve essere "il rafforzamento della competitività, invece che l’indebolimento della moneta." La Germania ha sempre sostenuto che le banche centrali dovrebbero essere totalmente indipendenti da orientamenti politici e si dovrebbero concentrare sui due obiettivi di bassa inflazione e di stabilità monetaria.

La diversa situazione della Francia

Ma la Francia ha da tempo assunto una posizione diversa, con il recente apprezzamento dell’euro e i sospetti di manipolazione valutaria attiva da parte del Giappone e di altri paesi.

Moscovici ha suggerito durante il fine settimana che l’euro è stato "forse troppo forte". Arnaud Montebourg, il ministro dell’industria, e Nicole Bricq, ministro del commercio, hanno fatto commenti simili.

La Francia ha beneficiato della maggiore fiducia nella zona euro scaturita dall’apprezzamento dell’euro in misura notevole: è stata in grado di finanziare il proprio debito pubblico nei mercati sovrani a livelli di interesse storicamente bassi negli ultimi mesi.

L’importanza delle esportazioni

Ma l’apprezzamento della valuta minaccia di soffocare la debole vita che l’economia riuscirà probabilmente a raccogliere quest’anno. Il governo punta ad una crescita dello 0,8%, ma la maggior parte degli economisti si aspetta molto di meno. In entrambi i casi, con una debole domanda interna e una spesa pubblica soffocata, il paese sta guardando alle esportazioni come unico modo per risalire.

"Hollande sa che la crescita in Francia dovrà provenire dalle esportazioni verso cui vi è la crescita e la domanda. Se si dispone di uno svantaggio di prezzo, è proprio come andare a vela con un vento contrario molto forte", spiega Ludovic Subran, capo economista di Euler Hermes.

Egli fa notare che solo il 40% delle esportazioni francesi va al di fuori della zona euro, rispetto al 60% della Germania. Con una debole domanda dell’eurozona, la Francia deve quindi trovare una crescita delle esportazioni al di là della zona euro, dove viene però ostacolata da un euro forte, dice.

Le esportazioni della Francia tendono anche ad essere più esposte alla concorrenza rispetto a quelle della Germania. Una recente nota di ricerca della Deutsche Bank ha calcolato che la Francia, e l’Italia, hanno avuto una molto più bassa "soglia del dolore" per quanto riguarda il livello dell’euro rispetto alla Germania.

"Abbiamo scoperto che, mentre la soglia del dolore per la Germania si trova ora più alta rispetto a qualsiasi livello mai raggiunto dall’inizio dell’unione monetaria, in realtà è questa è piuttosto bassa per la Francia ($1,24 per l’euro) e l’Italia ($ 1.17), per una domanda mondiale (crescita) del 4,2%", ha detto.

Non c’è da stupirsi, quindi, se un tasso di cambio intorno a 1,35 abbia riacceso le richieste da parte della Francia per un’azione effettiva e più realistica.

"Come dice il proverbio, si cerca di tirare acqua al proprio mulino. Questo è ciò che la Francia sta cercando di fare", ha dichiarato Subran.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Financial Times

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