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Grecia: Tsipras blocca le privatizzazioni pretese dalla Troika. Guerra aperta contro l’austerità
mercoledì 28 gennaio 2015, di
Alexis Tsipras comincia la sua battaglia contro la Troika. La prima mossa effettuata a poche ore di distanza dall’insediamento ufficiale del nuovo Governo è stata infatti quella di smantellare il piano di privatizzazioni voluto dal’organo che riunisce Ce - Fmi - Bce.
Insomma, non erano solo parole, Syriza passa ai fatti e dimostra di voler mantenere quanto promesso in campagna elettorale.
Gli accordi presi con la Troika in cambio di aiuti finanziari vengono dunque messi in discussione, uno per uno. Lo scopo è quello di cambiare tutto.
E’ così la prima vittima di Tsipras diventano le privatizzazioni. Il nuovo Governo greco non ha certo perso tempo. Tutto bloccato, avanti con le prossime tappe.
La seconda mossa dell’Esecutivo sarà probabilmente quella di innalzare il salario minimo da 340 a 750 euro. Poi si passerà al tema più caldo, controverso e pericoloso: la ristrutturazione del debito pubblico.
Tornando alle privatizzazioni, il ministro dell’Energia, ha annunciato poche ore fa lo stop al piano che prevede di privatizzare la PPC, l’utility più importante della Grecia.
Sono passate solo una manciata di ore dal suo insediamento, ma il ministro dell’Energia ha annunciato che congelerà i piani che prevedono la privatizzazione della utility numero uno del paese, PPC:
"bloccheremo immediatamente la privatizzazione di PPC".
Parole che non lasciano spazio a dubbi e che sicuramente staranno causando più di un mal di testa all’interno dei palazzi di Bruxelles. La sfida è infatti stata lanciata, Tsipras si sottrae ai diktat della Troika, irritando in un sol colpo Bruxelles, Francoforte e Washington.
Nel frattempo, il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis inizierà a lavorare oggi pomeriggio alle 2. Sarà lui ad aver in mano la patata bollente, sarà lui a gestire l’economia greca, ma soprattutto a predisporre il programma di rinegoziazione del debito pubblico. Ricordiamo che quest’ultimo attualmente supera i 320 miliardi di euro. Di questi 240 sono in mano alla Troika.
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