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Gran Bretagna fuori dall’Unione Europea entro il 2017?
giovedì 16 maggio 2013, di
La Gran Bretagna potrebbe effettivamente lasciare l’Unione europea. Naturalmente, si è già parlato di questa eventualità - sia internamente che al di fuori dei confini nazionali - : lo sie è fatto quasi immediatamente, all’indomani della sua stessa adesione all’UE. Per anni il costante brusio (quasi una lamentela) intorno alla questione, è stato liquidato come nulla di più che un rumore di fondo. Le cose sono cambiate e con la promessa di un referendum "dentro o fuori” dopo le prossime elezioni, il primo ministro David Cameron potrebbe aver messo il paese su un percorso senza possibilità di ritorno, che costringerà i cittadini britannici a scegliere.
Secondo un sondaggio del Pew Global Attitudes Project, solo il 26 per cento dei britannici pensa che l’integrazione economica dell’Europa abbia aiutato l’economia, e solo il 43 per cento ha un’opinione favorevole dell’UE. Cameron dovrà vincere un’altra elezione per mantenere la sua promessa di referendum ma l’impopolarità del suo governo non fornisce alcuna certezza. Il risultato non è affatto scontato.
Cameron non è un euroscettico: egli è il leader filo-europeo di un partito che a lungo, ed amaramente, è stato diviso sulla questione. Per tenere i conservatori insieme e mantenere il paese in Europa, Cameron vorrebbe "riscrivere" il trattato europeo, e plasmarne uno che sia più gradito ai sudditi di Sua Maestà...prima di chiamarli a raccolta per un referendum ad hoc. Gli altri leader europei intanto, prendono le distanze.
Improvvisamente, l’uscita dall’Unione Europea è al centro dell’agenda politica. Gran parte della City è oggi espressione di un euroscetticismo nato quale reazione al vendicativo assalto - da molti è così percepito - da parte Bruxelles in tema di regolamentazione. Quello che una volta poteva sembrare una vana minaccia o addirittura assurda, è diventata una possibilità reale.
La Gran Bretagna dovrebbe continuare a far parte della UE? Tutto dipende dalle condizioni. Se l’UE saprà rispondere alla crisi economica compiendo nuovi e concreti passi verso gli Stati Uniti d’Europa, i costi per il Regno Unito saranno sicuramente superiori ai benefici. Se l’adesione all’UE dovesse richiedere un’eventuale adesione alla zona euro - e questo è il modello prevalente, come se la crisi non fosse mai accaduta - la Gran Bretagna sarebbe nuovamente costretta a dire "no thanks". No grazie.
Mentre il libero scambio diventa la norma globale, i vantaggi del libero accesso ai mercati europei sono sempre meno confinati ai membri dell’UE. Cameron, in visita dal presidente Barack Obama a Washington questa settimana, ha discusso, tra le altre cose, della proposta di un patto commerciale USA-UE. Gli Stati Uniti hanno firmato accordi di libero scambio che coprono il globo e la Gran Bretagna potrebbe fare lo stesso.
Le forze pro-europee della Gran Bretagna hanno certamente bisogno di migliori argomenti. Si prenda il Canada quale esempio per un parallelo. Si tratta di una piccola economia accanto a una grande economia. La sua influenza globale è evidentemente limitata dalla sua dimensione. Se il Canada facesse parte degli Stati Uniti, la sua influenza nel mondo sarebbe maggiore? I canadesi non dovrebbero forse rinunciare ad un qualcosa cui loro attribuiscono valore e che amano particolarmente? In estrema sintesi: il Canada ne beneficerebbe davvero? La causa pro-UE dovrebbe trovare alcune risposte a queste domande.
Per il bene dell’Europa, tanto quanto per i suoi dolori, gli altri governi dell’UE dovrebbero riconoscere che Cameron ha ragione circa la necessità di un nuovo assetto costituzionale. Si può davvero sostenere che la calamità economica dell’Europa non sollevi lecite domande sul senso costituzionale dell’UE, che l’impegno per una "unione sempre più stretta" sancita dai documenti fondanti non potrà mai essere rivisto, o che il sistema dell’euro, nonostante le recenti difficoltà, sia fondamentalmente sano? Questo è ciò che i leader dell’UE chiedono all’elettorato europeo.
I critici di Cameron ritengono che lui sia il problema, la fonte dei guai. Ma forse la vera minaccia per l’UE è il rifiuto bizzarro degli altri leader di riconoscere cosa sta realmente succedendo.
Fonte: bloomberg.com