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Forex: valute oceaniche al tappeto su rischio bolla creditizia in Cina
venerdì 29 maggio 2015, di
I timori relativi allo scoppio di una gigantesca bolla del credito in Cina, che hanno portato ieri al crollo della borsa di Shanghai (-6,5%), continuano a influenzare negativamente le economie di Australia e Nuova Zelanda, importanti partner commerciali di Pechino. Il rischio di un forte rallentamento economico della Cina, soprattutto se dovesse realmente scoppiare la bolla del credito, potrebbe colpire pesantemente le valute oceaniche, che già ora stanno pagando queste aspettative.
Il dollaro australiano è in calo da diversi giorni, ma anche il dollaro neozelandese sta colando a picco. Il tasso di cambio AUD/USD, il cosiddetto Aussie, ha perso quasi il 7% dai massimi di 0,8160 toccati lo scorso 14 aprile. Il cambio è sceso quasi a 0,76 sui minimi a 6 settimane. A questo punto appare molto probabile un ulteriore approfondimento bearish dei prezzi fino ai bottom annuali di 0,7530, toccati il 3 aprile scorso. Negli ultimi tre anni l’Aussie ha perso il 25% del suo valore.
Non se la passa benissimo nemmeno il dollaro neozelandese, che ha aggiornato i minimi più bassi degli ultimi 4 anni sul biglietto verde a seguito di una lunga serie di ribassi giornalieri avvenuti a partire da inizio mese. Il tasso di cambio NZD/USD è crollato quasi a 0,71, quando invece quotava intorno a 0,7750 sul finire di aprile. Il Kiwi ha perso l’8% del proprio valore nel giro di un mese. La sensazione è che la svalutazione possa proseguire ancora, soprattutto se la RBNZ dovesse annunciare a sorpresa un taglio dei tassi di interesse. Possibile una discesa fino a 0,65 entro fine anno.