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Flat tax: aliquota 15 o 23 per cento?
martedì 30 gennaio 2018, di
Flat tax o tassa piatta: quale potrebbe essere l’aliquota più corretta da applicare?
Com’è noto in questi giorni si fa un gran parlare di flat tax, soprattutto per effetto delle proposte di riforma della tassazione sui redditi portate avanti dal centro destra. I tre partiti principali della coalizione si dicono convinti che la flat tax possa essere la svolta per il sistema economico italiano, sul modello di quanto avvenuto in Russia nel 2001 (dove l’introduzione di una flat tax al 12% comportò addirittura un aumento del gettito pari al 25%).
Non c’è ancora accordo sull’aliquota da applicare: mentre Berlusconi parla di Flat tax al 23 per cento, Salvini e la Lega spingono per l’introduzione di una tassa piatta al 15 per cento. Ma - posto che si tratti di una proposta davvero realistica nell’immediato, cosa peraltro molto dubbia - come si potrebbe determinare l’aliquota precisa da applicare?
Aliquota flat tax 23 per cento: la proposta di Silvio Berlusconi e di Forza Italia
Secondo Silvio Berlusconi e Forza Italia la flat tax sarebbe la svolta del sistema fiscale italiano.
La proposta è la stessa del 1994 ovvero introdurre un’aliquota unica pari al 23%. In questo modo il reddito fiscale verrebbe calcolato in modo molto semplice:
- innanzitutto verrebbe considerata la no tax area a 12.000,00 euro;
- sulla parte di reddito eccedente verrebbe applicata l’aliquota unica al 23 per cento;
- dall’imposta lorda ottenuta verrebbero poi tolte le detrazioni fiscali.
La proposta non è nuova ma risale addirittura al 1994, quando a teorizzare la flat tax fu l’ex ministro Antonio Martino, allievo di Milton Friedman.
Si tratta tuttavia di un’idea davvero molto molto improbabile da concretizzare, soprattutto a causa delle coperture finanziarie. Il Sole 24 Ore, per esempio, a fine dicembre ha pubblicato delle stime secondo le quali il finanziamento della flat tax costerebbe almeno 40 miliardi di euro. Gli stessi esponenti di Forza Italia non sono riusciti ad oggi a fornire dei dati uniformi.
Aliquota flat tax 15 per cento: la proposta di Matteo Salvini e della Lega
Più convinto appare Matteo Salvini, secondo il quale la flat tax dovrebbe partire da subito con un’aliquota del 15 per cento.
Nell’idea della Lega il nuovo sistema avrebbe dei parametri che devono garantire l’“invarianza di gettito”. Di conseguenza, se per esempio l’aliquota viene fissata al 15 per cento e la deduzione fissa a 3.000,00 per ciascun componente del nucleo familiare è invariante - sempre a livello di gettito - se l’aliquota fosse più alta (per esempio al 23 come dice Forza Italia) dovrebbero salire le deduzioni fisse al fine di garantire lo stesso livello di entrate.
Altro punto importante per Salvini e la Lega è l’emersione del nero. Con la flat tax molti italiani che oggi non dichiarano inizierebbero a farlo...
Flat tax: il problema non è l’aliquota ma le coperture
A modesto avviso di chi scrive la questione della realizzabilità della flat tax non è tanto relativa all’aliquota - 15 o 23 o un numero diverso - ma quella delle coperture finanziarie da individuare.
A questo proposito si consideri che il sistema attuale è costruito su una tassazione molto alta ma, contemporaneamente, su un sistema di “tax expenditures” molto corposo. Questo sistema, pur essendo molto iniquo, garantisce comunque la progressività richiesta dall’articolo 53 della Costituzione. Progressività che la flat tax potrebbe garantire a certe condizioni, che inevitabilmente andrebbero però a ridurre il gettito fiscale.
Una soluzione forse più realistica sarebbe quella di intervenire sulle attuali aliquote Irpef, rimodulandone l’applicazione a favore delle fasce di reddito più basse. Troppo facile procedere così..?