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Eurozona: il 2013 non sarà l’anno della ripresa. Ecco le prospettive desolanti che ci aspettano

venerdì 22 febbraio 2013, di Erika Di Dio

Il rallentamento economico che ha scosso la periferia della zona euro continuerà quest’anno, con la Francia e la Germania che cresceranno a malapena, secondo le attesissime previsioni pubblicate venerdì dalla Commissione europea.

Il quadro di peggioramento delle condizioni economiche, in cui il prodotto interno lordo della Francia dovrebbe crescere solo dello 0,1% e quello della Germania dello 0,5% nel 2013, vedrà la zona euro nel suo complesso contrarsi dello 0,3% nel corso di quest’anno. La Commissione aveva previsto una crescita dello 0,1% nel mese di Novembre.

"La debolezza dell’attività economica verso la fine del 2012 implica un punto di partenza basso per l’anno in corso", ha detto in un comunicato Olli Rehn, Commissario per gli affari economici dell’Unione Europea. "La situazione attuale può essere riassunta in questo modo: abbiamo deludenti dati concreti a partire dalla fine dello scorso anno, alcuni dati più incoraggianti dal recente passato e la fiducia degli investitori in crescita per il futuro".

Prospettive desolanti

La prospettiva deludente ha frenato i guadagni dell’euro, mentre i dati più ottimistici provenienti dalla Germania, dove il rapporto dell’istituto Ifo ha mostrato che la fiducia delle imprese nella più grande economia europea è salita ai massimi di 10 mesi, ha fatto rialzare i rendimenti Bund.

La recessione colpirà duramente soprattutto i paesi che hanno richiesto l’assistenza finanziaria dell’UE, in particolare Grecia, Spagna e Portogallo, che dovrebbero soffrire recessioni più profonde quest’anno e a malapena tornare a crescere l’anno prossimo, secondo le nuove previsioni.

Dopo la contrazione del 7,1% nel 2011 e dello 6,4% lo scorso anno, la Grecia si aspetta di vedere il suo sesto anno consecutivo di contrazione economica nel 2013, subendo una contrazione della sua attività economica del 4.4%.

La disoccupazione greca dovrebbe raggiungere il 27% nell’anno in corso, rispetto al 24,7% del 2012, mentre il tasso di disoccupazione della Spagna crescerà al 26,9%. Il Portogallo, dove l’ampio sostegno politico per le misure di austerità che hanno accompagnato il suo piano di salvataggio ha cominciato a fratturarsi, vedrà un picco di disoccupazione al 17,3% quest’anno, secondo le previsioni.

Il quadro desolante minaccia di capovolgere gli sforzi della zona euro per portare giù i livelli del debito in tutta la regione. Si prevede che il debito pubblico dell’Eurozona raggiungerà il 95,1% del PIL quest’anno, il livello più alto dalla creazione della moneta unica.

Una crisi destinata a proseguire

Tutto ciò renderà anche difficile per i diversi governi della zona euro raggiungere gli obiettivi di disavanzo richiesti dall’UE. La Francia, che è diventato oggetto di particolare preoccupazione, quest’anno dovrebbe registrare un deficit del 3,7% del PIL, e una previsione che potrebbe portare Bruxelles a forzare il governo anti-austerità del Presidente François Hollande ad imporre nuovi tagli al fine di raggiungere il target.

Rehn deve ora decidere se i numeri relativi al disavanzo della Francia peggiori del previsto, siano stati causati da una mancanza di azione da parte del governo francese o da una crisi economica imprevista.

Se si deciderà che la causa è rappresentata da fattori che esulano dal controllo di Parigi, Rehn potrebbe prorogare il termine di un anno, soprattutto se si determina che il signor Hollande abbia fatto abbastanza per riformare l’economia francese per promuovere la crescita futura. Rehn ha concesso alla Spagna una proroga simile l’anno scorso, ma alti funzionari della Banca centrale europea hanno messo in guardia contro la concessione di un simile "pass" a Parigi.

"La crescita del PIL ben al di sotto del potenziale pregiudica negativamente il disavanzo nominale", si legge nella relazione, aggiungendo che Hollande ha ridotto il deficit strutturale della Francia dell’1,25%, al di sopra del target dell’1% fissato da Bruxelles.

Anche se alla Spagna è stata già concesso una deroga, i nuovi dati rivelano quanto ancora sarà difficile la strada per Madrid. La Spagna avrebbe dovuto ridurre il suo deficit al 5,3% del PIL l’anno scorso, ma invece è arrivata al 10,2%, di gran lunga il più alto in Europa.

Quest’anno, si prevede che il deficit della Spagna raggiungerà il 6,7%, ben fuori dall’obiettivo del 3% che avrebbe dovuto raggiungere. Secondo le previsioni, in assenza di aggiuntive misure di austerità, il deficit di Madrid dovrebbe gonfiarsi di nuovo al 7,2% nel 2014.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Financial Times

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