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Europa: quali paesi crescono di più? Il Modello Nordico batte la crisi
lunedì 18 febbraio 2013, di
Quali sono i paesi d’Europa che crescono di più, nonostante la crisi? Le economie della Scandinavia: Norvegia, Danimarca, Svezia e Finlandia poggiano su fondamentali solidi e vengono considerate come "le stelle splendenti del cielo europeo," ha recentemente scritto Morgan Stanley in un rapporto che indica il Modello Nordico quale esempio di successo che anche le altre economie dell’Unione Europea dovrebbero seguire.
Europa: quali paesi crescono di più? Perché?
I paesi del Nord Europa sono l’oasi europea della crescita economica, con una forbice per il PIL compresa tra lo 0.87% e il 2.3% nel 2013. Non solo, nella classifica del World Economic Forum sulla competitività, al terzo e quarto posto troviamo rispettivamente la Finlandia e la Svezia, mentre Danimarca e Norvegia si classificano al dodicesimo e al quindicesimo posto.
Ma cosa rende così speciali questi paesi?
Secondo Silvio Peruzzo, senior economist presso Nomura, i quattro paesi del Nord-Europa potrebbero rappresentare un "laboratorio" per l’economia dell’Eurozona e il successo del modello nordico si deve principalmente a fattori, quali:
- solidità delle istituzioni;
- qualità dei servizi e dell’amministrazione pubblica, garantita da un livello più elevato di tassazione rispetto agli altri paesi;
- felxicurity: il sistema del mercato del lavoro che accanto alla flessibilità, garantisce la sicurezza dei lavoratori;
- debito pubblico sostenibile;
- Sono paesi relativamente piccoli, la cui popolazione non supera il 5% dell’UE. (Casi, dunque, ben diversi dalla portata di Germania, Francia, Italia o Spagna).
Economie forti sì, ma non immuni a tutto. Negli anni ’90 i paesi scandinavi in questione furono colpiti da una violenta crisi dovuta ad una bolla del credito del settore immobiliare che tuttavia fu arginata per tempo grazie all’introduzione di importanti riforme strutturali e alla nazionalizzazione di alcune banche. Successivamente, la spinta ricevuta dal settore delle esportazioni ha reso le economie dei Paesi in questione sempre più solide e robuste, consentendo loro di uscire praticamente immuni dalla crisi finanziaria del 2008.
Modello nordico: i numeri
| Indicatore macro | Danimarca | Finlandia | Norvegia | Svezia |
| PIL 2013 | 1.6% | 0.8% | 2.3% | 1.9% |
| PIL 2014 | 1.3% | 1.3% | 3.1% | 2.5% |
| Debito/Pil | 44.7% | 54.7% | 44.0% | 36.2% |
| Disoccupazione | 7.7% | 8.1% | 3.1% | 7.4% |
Secondo la classifica OCSE relativa alla qualità della vita (Better Life Index), l’indice di soddisfazione della vita è pari a
- 10 per la Danimarca
- 9.9 per la Finlandia
- 9.2 per la Norvegia e
- 10 per la Svezia
– Ma cosa hanno di così particolare queste quattro economie?
Norvegia: la prima della classe
L’economia più brillante del blocco nordico è certamente la Norvegia (che non fa parte dell’Euro) e che secondo le stime del FMI quest’anno sperimenterà una crescita del 2.3% dovuta principalmente alla ricchezza nella forma del petrolio e che porta il surplus delle bilance correnti al 16%.
Secondo Morgan Stanley, la Norges Bank, banca centrale della Norvegia, sarà la prima banca centrale europea a poter alzare i tassi di interesse portando il costo del denaro al 2% entro la fine dell’anno corrente.
Danimarca: la forza dei consumi interni
La forza dei consumi e degli investimenti interni dovrebbe portare la Danimarca ad una crescita del 1.6% per il 2013.
Secondo le stime, la spesa sociale in Danimarca è la più alta tra i paesi del blocco nordico, rappresentando circa un terzo del Prodotto Interno Lordo, ma tale dato si riflette nei voti dei cittadini all’OCSE che piazzano il paese in cima alla classifica dei paesi più "vivibili".
In Danimarca, in media la spesa delle famiglie si compone di:
| Casa e utenze | 24% |
| Tempo libero e cultura | 11% |
| Alimentare | 14% |
| Trasporti | 15% |
| Altro | 36% |
Svezia: la sfida del welfare
A detta dell’OCSE, la Svezia merita il plauso per la capacità dimostrata nel gestire le turbolenze ed evitare coinvolgimenti nella crisi, grazie all’adozione di politiche macro-economiche vincenti e alle riforme strutturali avviate negli anni 90.
Ma le sfide sono ancora aperte, perché sarà necessario riuscire a proseguire il trend di crescita (stimata al 1.9% nel 2013) e mantenere l’elevato stato di welfare perché nonostante il trend positivo rilevato dalle previsioni sulla crescita, rimane ancora aperta la questione del settore immobiliare.
Nel 2010, infatti, il settore immobiliare svedese ha intrapreso la via del ribasso e l’OCSE invita caldamente il Paese a contrastare questo fenomeno ampliando l’offerta di case in affitto e intensificando la concorrenza nel settore delle costruzioni.
Finlandia: l’ultima della classe
Infine la Finlandia, che nel blocco dei quattro paesi nordici rappresenta l’ultima della classe, pur essendo un esempio di rigore per tutta l’Eurozona, riportando un deficit pari al 1.2% del PIL ed essendo al terzo posto nella classifica della competitività del WEF.
Secondo gli economisti Morgan Stanley, i "difetti" dell’economia finlandese possono essere individuati in almeno quattro punti:
- calo delle esportazioni;
- il caso Nokia: con un collasso dell’utile che è passato dal 4.4% del PIL nel 2007 al -0.6% nel 2011;
- consumi allo stallo;
- l’ultimo elemento, invece, è di natura politica ed è rappresentato dal crescente consenso attorno al partito euro-scettico dove, presumibilmente, sarà sempre più difficile far approvare nuovi pacchetti di salvataggio per gli altri paesi dell’Eurozona.
Concludendo, il modello nordico di Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca vince su quello mediterraneo, ma è impossibile non notare che dei quattro paesi in questione, l’anello debole sia proprio la Finlandia, unica dei quattro ad aver adottato la moneta unica.