Europa: l’austerità ha distrutto 10 milioni di posti di lavoro

La situazione italiana è molto chiara a tutti, sono della scorsa settimana i dati relativi alla disoccupazione nel nostro paese. L’esercito dei disoccupati soprattutto giovani sta continuano a ingrassare le proprie file con migliaia di giovani disoccupati o precari.

Ma la piaga della disoccupazione colpisce anche gli adulti, le aziende chiudono, le imprese falliscono, gli imprenditori oppressi dai debiti si suicidano. Di storie drammatiche di disperazione e solitudine ne sentiamo troppe ogni giorno. E nonostante proclami, promesse e riforme la situazione, almeno per il momento, non accenna a cambiare.

La depressione occupazionale in cui è caduta l’Italia è imputata alle situazioni più disparate: si colpevolizzano gli ultimi governi, la globalizzazione, l’immigrazione, la crisi economica, e anche le politiche di austerità imposte dall’Europa ai paesi con i conti non perfettamente in regola. E sarebbero proprio queste politiche lacrime e sangue, secondo una studio dei sindacati europei, ad aver distrutto negli ultimi 5 anni ben 10 milioni di posti di lavoro.

La denuncia
L’allarme arriva direttamente da uno studio fatto in seno all’Eurozona, stilato dall’Istituto dei sindacati europei che hanno studiato la situazione occupazionale del vecchio continente. Secondo il rapporto l’austerity ha condotto alla distruzione di 9,9 milioni di posti di lavoro a tempo pieno, facendo crollare il tasso di impiego dal 65,8% nel 2008, al 64,1% nel 2013.

Primo obiettivo del crollo dell’occupazione sono i giovani che, nonostante studi, competenze e impegno, stentano ad entrare nel mondo del lavoro vivendo la vita dell’eterno precario. Il rapporto denuncia che dall’applicazione delle misure di austerità in particolare tagli e tasse nel sud dell’Europa è aumentata la disoccupazione soprattutto tra i giovani: Italia +16,9%; Spagna +32,2%, Grecia +38,4%. E più di 13 milioni di persone si trovano nella soglia della povertà.