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Europa attacca Mosca sul gas: Gazprom rischia 9 miliardi di sanzioni

mercoledì 22 aprile 2015, di Mike thomson

L’Unione Europea riapre lo scontro sul versante russo, accusando formalmente Gazprom, il monopolio russo del gas di abuso di posizione dominante per le sue pratiche commerciali nell’Europa centrale e orientale, con cui ha attuato una politica dei prezzi sleale e ha ostacolato la concorrenza transfrontaliera creando barriere artificiali.

Il colosso Russo del gas dalla sua si difende
La replica del gruppo russo non si fa attendere definendo infondate le accuse dell’Antitrust europeo e auspica una soluzione del caso a livello intergovernativo.
Il big russo del gas in una nota assicura di aderire strettamente alla regolamentazione in vigore e di agire in conformità totale con gli standard osservati dal settore.

Dalla sua Bruxelles sempre in una nota arriva alla conclusione che a titolo preliminare la Gazprom viola la normativa europea applicando una strategia generale di frammentazione dei mercati del gas nel Centro-est Europa, riducendo ad esempio la capacità di rivendita oltre frontiera di gas dei suoi clienti.

Il commissario Ue alla concorrenza Margrethe Vestager sottolinea: il caso Gazprom è basato sui fatti e non un dossier politico. Non abbiamo un problema con questo gruppo, ma con il suo modo di fare.

La Gazprom rischia una multa di 9 miliardi di euro
La commissione tratta la situazione con molta serietà e determinazione, trattandosi di una materia prima di fondamentale importanza per l’Europa.
L’accusa mossa da Bruxelles potrebbe costare a Gazprom una multa di oltre 9 miliardi di euro, basata sul fatturato mondiale del gruppo russo.

La commissione, in via preliminare, asserisce di avere prove sull’operato della Gazprom che influisce ed ostacola la concorrenza in ben otto paesi membri, ovvero Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia, dove impone restrizioni territoriali negli accordi di fornitura con i grossisti e alcuni clienti industriali, vietando attraverso accordi illegali l’export del gas e imponendo clausole che limitano l’utilizzo del gas a un territorio specifico.

La restrizione territoriale provocherebbe, secondo la Commissione Europea, un aumento dei prezzi e permette a Gazprom di condurre una politica dei prezzi sleale, fatturando ai grossisti prezzi molto più elevati.

Un momento delicato per l’Europa nei rapporti con Mosca
Molte sanzioni Ue a imprese e diversi settori economici russi sono già in vigore dall’aprile dell’anno scorso e scadranno il prossimo luglio.
Per quanto riguarda il gas, dopo lo stop al progetto South Stream, la Russia sta preparando una rotta alternativa con il Turkish Stream.

Putin sta trattando con la Grecia di Tsipras per un prolungamento del percorso verso il vecchio continente.
In ogni caso sembra che la vicenda tra Ue e Gazprom debba in ogni caso raggiungere un accordo che non rischi di danneggiare le due economie, vista l’impossibilità di tagliare i rapporti.

Tutte le ipotesi portano ad un aumento delle importazioni da parte dell’Unione Europea di gas russo, dovuta ad una forte dipendenza dell’Europa dal gas russo.
Di fatti l’Ue ogni anno ne acquista anno circa 300 miliardi di metri cubi, 125 dei quali da Gazprom e di cui la metà transita dall’Ucraina.

Anche il discorso inverso possiede un valore non indifferente, a fronte della dipendenza russa dagli acquisti europei, nonostante i tentativi del governo russo di diversificare il portafoglio clienti verso l’Asia.

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