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Euro: nuova valuta per i carry trade?

mercoledì 11 giugno 2014, di Nicola D’Antuono

Sui mercati valutari gli operatori finanziari continuano ad accumulare posizioni short sull’euro, dopo che la BCE ha effettivamente annunciato un maxi-piano di stimolo monetario basato su tassi di interesse prossimi allo zero (negativi quelli sui depositi overnight) e misure per favorire il rilancio del credito. Gli investitori ora si aspettano un vero e proprio piano di quantitative easing, soprattutto se i prossimi dati sull’inflazione nell’eurozona resteranno nettamente al di sotto dell’1% e quindi molto lontani dal target di medio periodo del 2%. I tassi nell’eurozona sono ormai vicini allo zero e a questo punto potrebbero fioccare le scommesse corte sulla moneta unica, soprattutto contro quelle valute che presentano rendimenti nettamente più alti come il dollaro australiano, il dollaro neozelandese e le monete dei mercati emergenti.

In pratica l’euro rischia di diventare la moneta favorita dagli investitori per implementare i carry trade, sostituendo addirittura quelle valute che storicamente hanno ricoperto questo ruolo come il dollaro e lo yen. Alcune banche d’affari - come Morgan Stanley, Goldman Sachs, Ubs, SocGen e Commerzbank - continuano a ribadire la propria raccomandazione “sell” sull’euro, spiegando che tra i motivi a sostegno di questo giudizio ci sia l’ampliamento del differenziale dei tassi di interesse nei confronti delle valute ad alto beta, ma anche un differenziale di crescita economica significativo se si guarda all’andamento di economie nettamente più in salute come Usa, Regno Unito o Giappone.

Ecco perché l’euro potrebbe diventare realmente la valuta più interessante per i carry trade, visto che la BCE dovrà fare ancora qualcosa per far lievitare l’inflazione e favorire il rilancio del credito ma anche in vista di una politica più restrittiva in altre aree economiche del mondo, in particolare Stati Uniti e Regno Unito. Tra l’altro sullo yen sta via via calando quell’interesse speculativo, che lo aveva reso la valuta perfetta per i carry trade negli ultimi 20 mesi dopo il lancio del maxi-piano di stimolo monetario della BoJ avvenuto poco più di un anno fa. Da qui a fine anno potrebbero, quindi, moltiplicarsi le scommesse ribassiste sull’euro, anche in virtù dell’attuale livello di sopravvalutazione raggiunto sui mercati internazionali.

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