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Elezioni europee 2014: forte il blocco degli euroscettici. Ecco tutti i partiti anti-Unione

venerdì 3 gennaio 2014, di Marta Panicucci

Tra il 22 e il 25 maggio 2014 i cittadini dei paesi membri dell’Unione Europea saranno chiamati a votare per eleggere il nuovo parlamento. Si tratta delle ottave elezioni europee e le prime, dopo l’ingresso della Croazia nel luglio del 2013, con 28 paesi membri.

Nel corso del 2013 sono cresciute nella zona euro le forze contrarie alle politiche europee e alla moneta unica. Anche se i partiti euroscettici, molti diversi da nazione a nazione, non sono ancora riusciti a creare un fronte comune, probabilmente avranno un peso notevole nel nuovo parlamento europeo del 2014.

Le elezioni europee del 2014

Il Consiglio europeo ha stabilito che le elezioni per la formazione del nuovo parlamento si terranno tra il 22 e il 25 maggio del 2014.

Con il metodo proporzionale, saranno eletti, 750 parlamentari più il Presidente. In realtà, al momento il parlamento è composto da 766 parlamentari perché l’ingresso della Croazia ha obbligato l’Unione a rivedere la distribuzione dei seggi.

Se le elezioni del 2014 si svolgessero seguendo il trattato di Lisbona, il numero massimo dei parlamentari eletti tornerebbe a 751. La distribuzione dei seggi è stabilita in proporzione alla popolazione dei paesi membri, ma nessun membro può avere meno di 6 seggi o più di 96.

Possibili scenari

La geografia dei partiti euroscettici in Europa parla chiaro: la sfiducia nei confronti dell’Unione e della moneta unica è in crescita. La gran parte dei paesi ha nel proprio parlamento forze che si oppongono alle politiche europee o/e alla moneta unica, tanto che si parla di un possibile 25-30% di rappresentanti del nuovo parlamento europeo contro l’Europa.

Se si avverasse questo scenario, dalle urne europee uscirebbe un europarlamento con forti correnti contrarie a se stesso, rischiando così l’ingovernabilità.

Le incognite in questo senso sono due e fanno ben sperare i sostenitori dell’Unione. Per prima cosa bisogna vedere se i partiti euroscettici minori riusciranno a superare le soglie di sbarramento dei sistemi elettorali nazionali. La Lega ad esempio, con la soglia fissata al 4% non è certo riesca a sedere nell’Europarlamento.

Nonostante la sfiducia comune nelle politiche europee, il peso dei nazionalismi e delle caratteristiche proprie di ogni partito euroscettico, rendono difficile la creazione di un blocco comune anti-europeo.

Gli euroscettici in Europa

Secondo un sondaggio di ScenariEconomici, il 49% degli italiani sarebbe favorevole al ripristino della Banca d’Italia e al ritorno alla moneta nazionale.

Secondo un’indagine Gallup la fiducia dei cittadini nell’Unione sta crollando tanto che i sostenitori dell’euro si attestano al 40%, mentre gli euroscettici avrebbero toccato quota 43%.

Il Fattoquotidiano.it ha proposto un’interessante mappa con i principali partiti euroscettici dei paesi membri.

In Italia Movimento 5 Stelle, Lega e attualmente anche la rinnovata Forza Italia portano la bandiera dell’antieuropeismo. Ognuno con proposte e alternative molto diverse tra loro, ma comunque uniti contro la moneta unica.

Mentre in Francia, Austria e Olanda i partiti antieuro, anch’essi abbastanza diversi tra loro, secondo i sondaggi si attestano primi partiti nazionali.

I numeri sembrano essere dalla loro parte. Gli euroscettici hanno tempo fino a maggio per creare un fronte comune che proponga dal cuore dell’Unione europea alternative all’Unione stessa.

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