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Il futuro della Brexit con l’alleanza Tory-Dup

venerdì 9 giugno 2017, di Felice Di Maro

Negoziati sulla Brexit tra timori e certezze. Tuttavia, prevale l’ottimismo perché c’è un accordo tra la premier Theresa May e il Dup, la formazione nordirlandese, per la nascita di un nuovo governo.

La scelta di quello che è attualmente il maggior partito dell’Irlanda del Nord di appoggiare i Tories è stata motivata dalla necessità di impedire al leader laburista Jeremy Corbyn di diventare il nuovo primo ministro. La nuova coalizione Conservatori-Dup supererebbe così di soli 2 seggi la maggioranza parlamentare prevista di 326 parlamentari

La scadenza per la definizione di un accordo sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea è stata fissata per la fine di marzo 2019 e ogni ritardo sarà pregiudizievole sul fronte degli effetti sulla Brexit ed anche con un potenziale impatto obiettivamente devastante per la sterlina e non solo. Al riguardo i mercati finanziari giocano un ruolo non indifferente.

Quindi il patto tra Tory e Dup dovrebbe garantire che, anche se il risultato delle elezioni nel Regno Unito di giovedì 8 giugno ha segnato un grave smacco per Theresa May, i negoziati per la Brexit dovrebbero comunque iniziare regolarmente. La May ha già parlato a Downing Street ed ha già incontrato la regina Elisabetta a Buckingham Palace per chiedere l’autorizzazione formale per formare un nuovo governo. Chiaramente non vuole permettere a Bruxelles di rinviare i negoziati sulla Brexit col pretesto che non ci sarebbe un governo nel Regno Unito.

James Corbyn, leader del partito Laburista, resta all’opposizione anche se ha ricevuto dalle urne più consensi con voti e seggi. Aveva chiesto alla May di dimettersi ma il Regno Unito con quest’accordo, oltre a garantire la Brexit, si assicura la governabilità. Tuttavia non mancheranno problemi, perché la formazione conservatrice dell’Ulster che ha accettato di partecipare alla formazione di un governo con i Conservatori, e dopo una notte di colloqui s’intende, non ha la maggioranza assoluta in Irlanda.

La storia del Dup, Democratic unionist party, è nota. Si tratta di una formazione politica con un ideal-protestante che è stata fondata il 30 settembre del 1971 da Ian Paisley (morto il 12 settembre del 2014). Insieme al Partito unionista dell’Ulster rappresenta una delle due forze lealiste più grandi dell’Irlanda del Nord ed hanno l’obiettivo di far restare questa parte del Regno Unito legata al resto del Paese. Chiaramente è una forza sostanzialmente conservatrice e si è schierata sempre apertamente con Theresa May almeno durante l’ultima legislatura e quindi anche dopo i colloqui di ieri notte che hanno portato ad un accordo che consentirà ai Tory di raggiungere 326 seggi e ottenere la maggioranza parlamentare.

Quale sarà l’effetto del Dup sulla Brexit?

L’Irlanda del Nord è divisa a metà sulla Brexit perché al referendum del 2016 il 56% della popolazione ha votato per il “Remain” nell’Unione. Oggi però il peso politico è a favore del Dup, che se da una parte continua a rigettare le accuse di chi lo indica come il fautore di una “hard Brexit” volta a staccare anche il Nord Irlanda dal mercato unico, dall’altra si dice possibilista circa la possibilità di studiare un modo per avere una zona di libero mercato creata ad hoc.

Comunque peserà come un macigno che i 10 nuovi parlamentari unionisti potrebbero chiedere a Theresa May in cambio del loro appoggio all’insieme delle politiche del governo nonché alla stabilità di un Paese uscito diviso come i risultati di queste elezioni indicano una "soft Brexit". Al momento la prospettiva per la Brexit è che i piani della May potrebbero essere quanto meno aggiornati proprio in relazione ai risultati di queste elezioni.

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