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Draghi: con l’Unione Bancaria che fine faranno le banche più fragili?
venerdì 24 gennaio 2014, di
Mario Draghi, il presidente della BCE, è tornato ieri a parlare di stabilità finanziaria in Europa. In particolare Draghi si è soffermato sulla fragilità di alcune banche europee e sulla necessità che esse spariscano dal mercato. Perchè, sostiene Draghi, i mercati finanziari hanno bisogno di maggiori sicurezze, e la stabilità è una sicurezza.
Un nuovo mandato per la BCE
Le considerazioni di Draghi rientrano nel più ampio discorso della vigilanza bancaria europea, di cui la BCE ne è il supervisore. Logica conseguenza è la rilevanza che la stabilità finanziaria ha all’interno del perimetro della BCE. Il fatto, di per sè, come è stato notato da alcuni commentatori, ha qualcosa di unico rispetto alle altre banche centrali dei paesi industrializzati. La BCE avrà infatti, a partire da quest’anno, un duplice compito:
- garantire la stabilità monetaria (o comunque il controllo del tasso d’interesse per monitorare il tasso d’inflazione)
- in qualità di supervisore bancario si dovrà occupare della stabilità finanziaria
Il confronto con altre banche centrali
La BCE sta allora diventando molto più simile alla Fed americana (sebbene quest’ultima abbia come obiettivo principale, oltre alla stabilità dei prezzi, anche il controllo sul tasso di disoccupazione) per quanto riguarda i compiti di controllo e di monitoraggio della stabilità finanziaria. Rispetto alla banca centrale giapponese (BOJ) la BCE acquista il potere della supervisione bancaria e, confrontandola con la Bank Of England, mantiene l’obiettivo della stabilità monetaria (e, dunque, dei prezzi), mandato che la banca centrale inglese ha di fatto, sembrerebbe, abbandonato o comunque indebolito per concentrarsi proprio sulla supervisione.
Stabilità finanziaria = bilanci bancari affidabili
Per rispondere pienamente al nuovo mandato di supervisore bancario, la BCE dovrà partire dal punto focale, ossia dall’affidabilità dei bilanci bancari. Secondo l’autorità monetaria europea, infatti, bilanci stabili sono la prerogativa essenziale per un corretto funzionamento del mercato bancario e interbancario. La tutela della stabilità finanziaria tramite un principio di gestione dei bilanci bancari che sia affidabile da un punto di vista "aziendale" (le banche, infatti, sono delle aziende) garantisce sia una maggiore credibilità di chi concede il credito sia una maggior efficienza nel meccanismo di trasmissione della politica monetaria che, in ultima analisi, consente l’ottenimento dell’obiettivo di stabilità monetaria.
Come ottenere bilanci bancari affidabili?
La domanda, a questo punto, sorge spontanea. come si fa ad avere bilanci bancari affidabili? Secondo Draghi sono necessari almeno due strumenti:
- trasparenza
- regole di soluzione
Bilanci bancari trasparenti è l’obiettivo prioritario che deve perseguire un supervisore bancario. Perchè, altrimenti, le crisi sistemiche come quella che stiamo attraversando, non possono essere sconfitte. I portafogli di attività delle banche devono poter essere "comprensibili" e non includere asset rischiosi che possono minare il patrimonio bancario. Già questo punto consentirebbe allora di operare una distinzione tra banche "deboli" e banche "forti".
Qual è la vera posta in gioco?
Tuttavia, le banche deboli, ammesso che vengano identificate, devono poter sparire dal mercato secondo Draghi. Ovvero essere inglobate nelle banche "forti". Questo perchè i contribuenti o il sistema economico nel suo complesso non possono, secondo le regole europee, accollarsi il costo di un eventuale salvataggio. Bisognerebbe allora evitare che si ripeta una Grande Crisi, ovvero una socializzazione dei danni provocati da un eccesso di deregolamentazione bancaria, come l’ha definita qualcuno, finanziato tramite un’immissione di liquidità. Draghi dunque auspica ad una vera e propria centralizzazione bancaria?