Home > Altro > Archivio > Diploma professionale, il segreto del successo tedesco. Qual è la situazione (…)

Diploma professionale, il segreto del successo tedesco. Qual è la situazione in Italia?

venerdì 15 novembre 2013, di Valentina Brazioli

L’Italia vive da sempre la contraddizione di essere una potenza industriale nella quale, però, il conseguimento di un diploma professionale rappresentava quasi uno stigma negativo per gli studenti, che mai si pensava potessero aver compiuto la strada della formazione professionale come autonoma scelta, ma più semplicemente perché non all’altezza di accedere all’istruzione liceale.

L’istruzione e formazione professionale per il rilancio della nostra economia

In tempi di crisi sempre più stringente, con la disoccupazione giovanile che ha raggiunto l’impressionante percentuale del 40%, si torna in questi giorni a ragionare del rilancio proprio di quei percorsi formativi alternativi ai licei, utili allo sviluppo di professionalità essenziali per la nostra economia: l’elettronica, la meccanica, la ristorazione, la chimica, e così via.

La proposta di Acli, Compagnia delle Opere e Salesiani Don Bosco

A mobilitarsi, stavolta, è stato il mondo cattolico, da sempre in campo in prima persona nell’istruzione, professionale e non. Lo scorso mercoledì, infatti, le Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani), la Compagnia delle Opere e i Salesiani Don Bosco hanno lanciato un documento in 10 punti per promuovere l’istruzione e formazione professionale (abbreviata in IeFP), un modello che da sempre è alla base del successo della Germania, e al quale adesso anche il nostro Governo sembra guardare con maggiore interesse.

L’istruzione e formazione professionale combatte la dispersione scolastica

Oltre a rappresentare un vantaggio strategico nell’intento di garantire addetti già formati per i settori cardine della nostra economia, stiamo parlando di un sistema formativo in grado di combattere la piaga della dispersione scolastica, che nel nostro Paese ha raggiunto numeri allarmanti: si stima infatti che, ogni anno, in Italia ben 700 mila studenti abbandonino la scuola senza concludere il loro percorso di formazione. E l’abbandono scolastico non è un problema che riguarda solo il giovane che lascia la scuola in sé, bensì l’intero sistema Paese: chi interrompe gli studi troppo presto, infatti, sarà costretto in futuro ad accettare lavori con retribuzioni più basse, facendo sfumare un ipotetico 4% di Pil. Tradotto in soldoni: una perdita secca di 70 miliardi l’anno.

I numeri dell’istruzione professionale in Italia

Ad oggi, risulta che ci siano 280 mila studenti iscritti a scuole professionali nel nostro Paese, concentrati soprattutto nelle zone del centro nord. I risultati, in termini di occupazione, sono a dir poco sorprendenti: ben l’85% dei qualificati trova lavoro. Un percorso formativo virtuoso da tutti i punti di vista, quindi, soprattutto se consideriamo anche che ogni studente costa alle nostre esangui finanze pubbliche meno del 25% di quanto costa uno studente delle altre scuole statali. Lo stesso ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha voluto sottolineare la forza di questi percorsi formativi, incentrati sull’apprendimento integrato a livello teorico e pratico, realizzato attraverso lo svolgimento effettivo del lavoro. La speranza, adesso, è che si decida di destinarvi maggiori investimenti, per rafforzare la presenza dell’offerta formativa professionale in tutta Italia.

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.