L’80% dei posti Dipartimento di Stato di Trump è vacante

L’amministrazione del Presidente Trump, fino ad ora, ha perso un dirigente ogni 17 giorni dal suo insediamento e il licenziamento di Rex Tillerson, avvenuto la scorsa settimana, ha reso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ancor più scarno.

Dopo aver licenziato Tillerson, la Casa Bianca ha rimosso dal suo incarico anche Steve Goldstein, sottosegretario di Stato di Tillerson per gli gli affari pubblici, e nominato la portavoce del Dipartimento di Stato Heather Nauert come sostituta temporanea di tale ruolo.
Otto delle dieci posizioni più alte al Dipartimento di Stato USA sono ora vacanti: qualcuno ha deciso di andarsene, qualcun altro è stato licenziato oppure gli incarichi non sono mai stati assegnati da quando Trump è presidente degli Stati Uniti.

Trai i posti vacanti troviamo posizioni che supervisionano il ruolo dell’agenzia nella politica commerciale degli Stati Uniti, la diffusione di armi nucleari, le questioni relative ai rifugiati e gli sforzi per contrastare la tratta di esseri umani: tutti campi senza guida una guida governativa, al momento.

Ma il morale del Dipartimento era già basso prima del cambio nome del Segretario di Stato: lo staff si ribellava alla ristrutturazione programmata di Tillerson, si opponeva alle politiche di Trump e osservava le figure più esperte spostarsi verso mansioni più umili, come la gestione delle richieste circa il Freedom of Information Act.

Alcuni saranno contenti di vedere che Tillerson se n’è andato.
La maggior parte, però, si chiederà se la vita sarà diversa sotto la guida del suo successore, Mike Pompeo, ex direttore della CIA.

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America compone parte della struttura governativa americana ed è attivo dal 1789, anno in cui George Washington diventa presidente.
Quello del Segretario di Stato è terzo nella classifica dei ruoli più importanti all’interno del Governo degli Stati Uniti, subito dopo il presidente e il vicepresidente.