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Delusione Trump: il candidato vs il Presidente

sabato 15 aprile 2017, di Dimitri Stagnitto

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump è la stessa persona che si è candidata e che ha vinto le elezioni nel 2016? È lo stesso underdog fuori dagli schemi, nazionalista, isolazionista (e quindi pacifista) e protezionista?

Dai primi mesi di presidenza, soprattutto le ultime settimane in cui il mondo è tornato prepotentemente a preoccuparsi per una possibile terza guerra mondiale, il giudizio che emerge è sempre più vicino a una bocciatura piena per un Presidente che ha smentito sino ad ora su moltissimi fronti il candidato.

Un elenco piuttosto esaustivo dei "voltafaccia" di Trump è stato recentemente pubblicato dal sito ZeroHedge che ha stilato la seguente lista:

Build That Wall --- No Wall in Sight
Lock Her Up --- Still at Large
No Foreign Entanglements --- Tomahawks Launched
Repeal Obamacare --- Obamacare Remains
Lower Taxes --- No Tax Plan
Import Tax --- None Proposed
NATO Sucks --- NATO Great
Russia Rapprochement --- Piss on Putin
Drain The Swamp --- Dove into the Deep End
Dump Yellen --- Jellen with Yellen

  • Costruzione del muro --- Nessun muro in vista
  • Incarcerarla (Hillary Clinton, ndr) --- Ancora in libertà
  • Nessun conflitto straniero --- Lanciati i Tomahawk
  • Abrogazione dell’Obamacare ---L’Obamacare rimane
  • Tasse più basse --- Nessuna riforma sulle tasse
  • Tasse sulle importazioni --- Nessuna proposta
  • La NATO fa schifo --- La NATO è bella
  • Riavvicinamento alla Russia --- Fatta pipì su Putin
  • Bonificare la palude (risollevare il Paese, ndr) --- Discesa nella fine profonda
  • Scaricare la Yellen --- la Yellen va bene

Le differenze con Hillary si riducono ormai all’acconciatura dei capelli, commenta amaramente ZH.

Di fatto, passi indietro su tutti i fronti da parte di un lupo diventato agnello (o agnello diventato lupo, a seconda dei punti di vista) già dal discorso di insediamento.
Un rientro immediato e apparentemente ingiustificato nei ranghi del politically correct e della continuità con il passato che in Italia abbiamo già visto con il Movimento 5 Stelle.

E’ davvero così difficile essere anti-sistema una volta che se ne fa parte? E soprattutto, chi si propone agli elettori come opzione anti-sistema, è consapevole sin dal principio che alle promesse non seguiranno i fatti?

Sarebbe piuttosto importante che questo punto venisse chiarito in un contesto sociale, economico e quindi politico in cui i popoli sono come non mai espliciti nel chiedere un cambiamento radicale (e non è fenomeno poi così recente se pensiamo alla campagna fondata sulla parola CHANGE di Obama ormai quasi 10 anni fa, ridicola alla prova dei fatti) e che quasi mai trovano soddisfazione nel candidato che lo promette.

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