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Debito pubblico sopra 2mila miliardi: è record. Bankitalia, "Il livello più alto nella storia"

venerdì 14 dicembre 2012, di Erika Di Dio

Il debito pubblico italiano ragginge il suo livello più alto nella storia, superando per la prima volta il tetto dei 2.000 miliardi e attestandosi a 2.014,7 miliardi dai 1.995,1 di Settembre. Lo rende noto il supplemento "Finanza pubblica" al bollettino statistico della Banca d’Italia che sottilinea anche come il debito pubblico in Italia sia aumentato del +3,7% dall’inizio dell’anno (ossia + 71,238 miliardi). Con questo nuovo livello raggiunto ad Ottobre, ora il debito pubblico pesa circa 33.081mila euro a testa, includendo anche i neonati.

Un vortice di negatività

Si tratta quindi di un saldo oltremodo negativo, che si pensa potrebbe ripercuotersi negativamente anche dal punto di vista psicologico nel proceso di uscita dalla crisi. Oltre all’aumento del debito, in aumento anche le entrate tributarie erariali salite a 29,6 miliardi a Ottobre scorso contro i 22,7 miliardi del mese precedente. Nei primi 10 mesi dell’anno le suddette hanno segnato un incremento del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2011; tuttavia, bisogna ricordare che i dati di Bankitalia non corrispondono all’ammontare dei tributi erariali effettivamente versati, in quanto i flussi mensili sono rilevati al momento della contabilizzazione in bilancio che non avviene più contestualmente al versamento ormai dal lontano 1998.

Tra gli indicatori economici, anche il mercato del lavoro ha registrato una pessima performance, nonostante le riforme attuate dal ministro del Welfare Elsa Fornero che avrebbero invece dovuto favorire proprio l’occupazione e secondo Bortolussi, presidente della CGIA, Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre, il calo dipende soprattutto dalla contrazione dei consumi interni e afferma, "Le famiglie non spendono più, pertanto hai voglia di produrre di più e meglio se la gente non compra più, le imprese devono ridurre la produzione e conseguentemente occorre meno personale. Non è un caso che le uniche filiere produttive che ancora reggono la sfida sono quelle che operano nei mercati esteri”.

Bisogna voltar pagina

Bertolussi parla quindi del fallimento del governo tecnico che ci ha governati fino a questo momento e sottolinea la necessità di voltar pagina, concludendo, "Paghiamo troppo per avere in cambio poco o nulla: abbiamo punte di eccellenza nella sanità, nell’università, nel mondo della ricerca che tutti ci invidiano. Tuttavia dobbiamo invertire la tendenza, con meno spesa improduttiva possiamo conseguentemente ridurre anche le tasse, combattendo così anche l’evasione che oggi è indotta da una pressione tributaria che ormai non ha eguali nel resto d’Europa".

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