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Grecia: dipendenza dagli aiuti strutturale, crisi irrisolvibile
venerdì 14 agosto 2015, di
La saga del debito greco ora in corso è tragica per molte ragioni, non ultima tra queste il fatto che il rapporto del paese con i suoi creditori ricorda quello tra il mondo in via di sviluppo e l’industria degli aiuti. In effetti, la successione di salvataggi per la Grecia incarna molte delle stesse patologie che per decenni hanno pervaso l’agenda degli sviluppi - tra cui conseguenze politiche a lungo termine che sia i mercati finanziari sia il popolo greco non sono finora riusciti a cogliere.
Come nel caso di altri programmi di aiuto, l’equivalente di centinaia di miliardi di dollari è stato trasferito dalle economie più ricche a quelle molto più povere, con conseguenze molto negative. Il programma di salvataggio progettato per mantenere la Grecia all’interno della zona euro ha sollevato il rapporto debito-PIL del paese dal 130% all’inizio della crisi nel 2009 a oltre il 170% di oggi, e il Fondo Monetario Internazionale prevede che l’onere del debito potrebbe raggiungere il 200% del PIL nei prossimi due anni. Questa spirale fuori controllo minaccia di appiattire la traiettoria di crescita del Paese e peggiorare le sue prospettive occupazionali.
Grecia dipendente dagli aiuti
Come altri beneficiari degli aiuti, la Grecia è rimasta bloccata in un rapporto di codipendenza con i suoi creditori, che stanno fornendo assistenza sotto forma di sollievo de facto del debito attraverso prestiti agevolati e pagamenti di interessi differiti.
Nessuna persona ragionevole si aspetta che la Grecia sarà mai in grado di ripagare i suoi debiti, ma il paese è rimasto intrappolato in un ciclo apparentemente infinito di pagamenti e salvataggi - che lo rende dipendente dai suoi creditori per la sua stessa sopravvivenza.
I creditori del paese, da parte loro, hanno un incentivo a proteggere l’euro e a limitare il rischio geopolitico di un’uscita della Grecia dalla zona euro. Di conseguenza, anche se la Grecia non riuscirà a soddisfare le richieste dei suoi creditori, continuerà a ricevere assistenza con poche sanzioni. Paradossalmente, più l’economia andrà peggio, più il paese riceverà aiuti.
Le conseguenze a lungo termine di questo ciclo di dipendenza potrebbero essere molto gravi. Fino a quando le finanze della Grecia saranno sostenute dai creditori internazionali, i politici del paese saranno in grado di rinunciare alla loro responsabilità di gestire la fornitura di beni pubblici come istruzione, assistenza sanitaria, sicurezza nazionale, ed infrastrutture.
La dipendenza dagli aiuti mina il contratto implicito tra i cittadini e il loro governo, in base al quale i politici devono tenere i contribuenti soddisfatti al fine di rimanere in carica.
Crisi infinita?
Il collegamento indebolito tra i servizi pubblici e le tasse non solo rende più facile prendere il potere da parte dei funzionari, ma aumenta anche le possibilità di corruzione e inefficienza. Infatti, sulla base dell’esperienza delle economie che ricevono gli aiuti nel mondo emergente, il popolo greco potrebbe trovare sempre più difficile dare la colpa al suo governo o penalizzare i suoi funzionari per comportamento scorretto o corruzione.
Finora, la crisi greca è stato trattata come emergenza ricorrente, piuttosto che problema strutturale quale è. Tuttavia, fino a quando il paese rimarrà bloccato in un ciclo di codipendenza con i suoi creditori, lo stato di crisi perpetua rischia di persistere.
Conclusioni
Programmi di aiuto efficaci sono quasi sempre di natura temporanea, lavorando - come è avvenuto con il Piano Marshall - attraverso brevi, taglienti e delimitati interventi. Gli impegni a tempo indeterminato, come il flusso di aiuti ai paesi poveri in via di sviluppo, hanno avuto un successo limitato, nella migliore delle ipotesi. Fino a quando i Greci vedranno l’assistenza come sempre garantita, avranno pochi incentivi a mettere il loro paese sul giusto percorso verso l’autosufficienza. Qualunque sia la strada da seguire per la Grecia, se ci deve essere alcuna speranza di progresso, l’assistenza fornita dall’Unione europea e il Fondo Monetario Internazionale deve essere considerata temporanea.
Tagliare il cordone ombelicale in un rapporto di dipendenza dagli aiuti non è mai facile, e non c’è ragione di aspettarsi che sarà diverso con la Grecia. Per ora ci sono pochi segnali ad indicare che la Grecia sia pronta a camminare da sola, e fino a quando l’aiuto continuerà a fluire, è improbabile che ciò cambi. In questo senso, i mercati dovrebbero vedere la situazione greca come un equilibrio, non una transizione.