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Da cassintegrati a volontari: parte il progetto #diamociunamano. Ecco come funziona

lunedì 2 febbraio 2015, di Valentina Pennacchio

Da cassintegrati a volontari. D’ora in poi il passo potrebbe essere breve in base all’accordo stipulato tra Ministero del Lavoro, Anci e Forum del terzo settore.

Lo scambio tra prestazioni a sostegno del reddito e servizi socialmente utili è l’obiettivo di #diamociunamano, il progetto di cui sono protagonisti gli enti firmatari.

Il progetto parte oggi in via sperimentale e durerà 2 anni. Sul sito del Ministero del Lavoro puoi cercare i progetti attivi o consultare la sezione dedicata.

Chi sono i destinatari e come funziona?

I destinatari del progetto sono i lavoratori che usufruiscono di misure di sostegno del reddito, come:

  • cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, anche in deroga alla vigente normativa;
  • integrazione salariale e contributo a seguito di stipula di contratti di solidarietà;
  • indennità di mobilità, anche in deroga alla vigente normativa, Aspi e mini-Aspi;
  • prestazioni, legate alla cessazione del rapporto di lavoro o alla sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, anche a carico dei Fondi di solidarietà;
  • altre prestazioni di natura assistenziale finalizzate a rimuovere e superare condizioni di bisogno e di difficoltà della persona, erogate a livello nazionale e locale.

Dal momento che l’adesione è volontaria (e gratuita), sarà il lavoratore stesso a doversi attivare, cercando nella sezione sul sito del Ministero i progetti a cui partecipare, inseriti dalle varie organizzazioni di volontariato, che dovranno essere contattate personalmente dal lavoratore stesso, il quale comunicherà la propria disponibilità, mentre l’organizzazione dovrà rivolgersi all’INAIL al fine di attivare la copertura assicurativa.

Il progetto prende piede dal decreto Madia approvato lo scorso giugno, il quale stabilisce anche un fondo pari a 5 milioni di euro, presso il ministero del Lavoro, per il pagamento della copertura assicurativa presso l’INAIL.

Questo "tesoretto" potrà assicurare la partecipazione di 18.000 persone all’anno. Il coinvolgimento attivo viene evidenziato ancora una volta come motore di sviluppo umano e sociale, come spiega il ministro del Lavoro Poletti:

“La convinzione del governo è che è un bene che nessuno resti a casa ad aspettare ma che tutti devono avere una buona ragione tutte le mattine per mettere i piedi giù dal letto: questo progetto si muove in una logica generale di attivazione, di partecipazione responsabile e di miglioramento delle opportunità, perché pensiamo che ogni volta che un cittadino è presente, attiva relazioni, si mette in gioco, dimostra di partecipare alla vita della propria comunità, questo sia positivo ed aumenti anche la possibilità che gli si possano presentare nuove opportunità di lavoro”.

Poletti ha voluto anche precisare la differenza del profilo tra questi nuovi volontari e i vecchi LSU, lavoratori socialmente utili impiegati in servizi di pubblica utilità per conto di un ente pubblico. Una misura di politica attiva del lavoro che non ha lasciato bei ricordi, se non uno storico precariato.

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