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Crisi: unica via d’uscita? Uno scioglimento ordinato dell’Eurozona

venerdì 3 maggio 2013, di Erika Di Dio

Circa un mese fa abbiamo riportato un articolo che riportava l’analisi della Friederich Ebert Stiftung, una fondazione tedesca legata alla SPD, circa le quattro possibili vie d’uscita dalla crisi, per un progetto chiamato Scenario Team Eurozona 2020.

I commenti di Sapir

L’economista francese Jacques Sapir ha commentato attentamente ognuna di queste quattro possibili soluzioni, e oltre a trovare gravi divergenze e una grande mancanza di coerenza negli scenari prospettati, ha evidenziato il grande pessimismo sul futuro dell’eurozona.

Ma vediamo i suoi commenti punto per punto.

  • Primo e quarto scenario

Sapir trova un’evidente contraddizione nel primo scenario: infatti, qui si parla di uno scenario del "tirare a campare" generalmente considerato insostenibile, con la presenza però di una variabile, una sorta di "Japanese scenario", caratterizzato da un lungo periodo di stagnazione, deflazione e alto indebitamento.

Quindi la contraddizione sta nel dire prima di tutto che tale scenario sia insostenibile e poi fare riferimento ad un possibile scenario giapponese, non considerando peraltro che, a differenza del Giappone, l’eurozona non è un paese, bensì un insieme di paesi.

Molto più plausibile a questo punto, secondo Sapir, il quarto scenario, ossia quello di una dissoluzione dell’eurozona o seguendo il modello sovietico, più pacifico o quello della Jugoslavia, con una violenta separazione e un vuoto decisionale.

  • Il terzo scenario

Il terzo scenario comportava la creazione di un nucleo di paesi ricchi, il cosiddetto "nocciolo duro" di paesi che conserverebbero l’euro. Ma anche qui Sapir trova una contraddizione: ossia, perché tale "nocciolo duro" si formi, è necessaria e indispensabile la presenza della Francia; a sua volta, la Francia non accetterebbe probabilmente di entrare a far parte di una nuova costituzione europea senza la presenza di Italia e Spagna, in quanto la loro assenza produrrebbe effetti drammatici sull’industria francese.

E quindi, un’Europa con Francia, Germania, Italia e Spagna non sarebbe poi così diversa dalla configurazione attuale. Esaminando poi la difficile situazione di Italia e Spagna, Sapir conclude che questo scenario non sarebbe altro che quello di una zona marco ridenominata e quindi costringerebbe la Germania ad accettare quei trasferimenti che oggi si rifiuta di concedere.

  • Secondo scenario

Il secondo scenario, che era quello che prevedeva un profondo processo di integrazione delle politiche economiche europee, verso una completa unione fiscale e anche politica, quindi la realizzazione di un ampio federalismo fiscale, oltre a portare avanti numerosi problemi politici, sarebbe totalmente impossibile, a detta di Sapir, una vera e propria utopia che egli non prende neanche in considerazione.

L’unica soluzione rimasta

L’unica soluzione che pertanto rimane plausibile è quella di,

uno scioglimento ordinato dell’Eurozona, lasciando i meccanismi di cooperazione monetaria tra i paesi, ma ripristinando tutta la flessibilità monetaria necessaria. Questo non è altro che la soluzione che ho difeso nel luglio scorso in un documento sul lavoro. Ormai, ci si arriva, spinti dalla necessità. Jacques Sapir, Russeurope, 26 Aprile, 2013

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