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Crisi: Cipro è da salvare? Pro e contro: Draghi vs. Schaeuble
lunedì 28 gennaio 2013, di
Lo Spiegel riporta un acceso dibattito tra Mario Draghi, governatore della BCE, e Wolfgang Schaeuble, ministro delle finanze tedesco. Secondo il giornale tedesco, al centro del dibattito ci sarebbe il possibile fallimento della piccola isola di Cipro e la necessità, o meno, di salvare il paese in crisi.
Crisi: Draghi vs. Schaeuble
Se da una parte Mario Draghi insiste perché tale default debba essere impedito per non compromettere i progressi sin ora raggiunti nella zona Euro. Dall’altra il ministro Schaeuble sostiene che l’isola di Cipro non sia sistematicamente rilevante e, pertanto, un eventuale fallimento non comporterebbe rischi di rottura per la zona Euro.
La scorsa settimana il presidente della BCE, Mario Draghi, ha respinto l’osservazione del ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, secondo il quale non è chiaro quali siano "le questioni secondo le quali l’isola di Cipro potrebbe rappresentare una minaccia per l’Eurozona intera".
La causa della diffidenza nei confronti di Cipro è da ricercarsi nella scarsa trasparenza del settore finanziario del paese. Ma la questione dell’Isola di Cipro, rischia di diventare un problema serio per l’Eurozona.
Salvare Cipro?
La questione di Cipro rischia di sollevare nuovamente l’incertezza sul progetto Europeo e di distruggere il precario equilibrio appena raggiunto. Il paese, infatti, ha bisogno di un bailout (o salvataggio economico) da 17.5 miliardi di Euro per la ricapitalizzazione delle banche e per la perdita di capitale dovuta all’esposizione diretta con la Grecia.
Un aiuto economico di difficile concessione. La Troika e le autorità Europee convergono tutte sulla scarsa trasparenza dei meccanismi finanziari ciprioti oltre che sull’elevato tasso di evasione fiscale. Cipro è un noto paradiso fiscale per la Russia più ricca e nega fermamente di essere un hub per il riciclaggio del denaro. Così se da una parte le autorità Europee invitano il paese ad aderire ad uno schema di riforme e aggiustamenti condizionali alla ricezione degli aiuti, dall’altra il governo sembra poco propenso a lasciare le sue vecchie abitudini.
Cipro: pro e contro il bailout
La Cancelliera Merkel difende la linea europea e sembra dare il suo appoggio per un "salvataggio condizionale". Infatti, invitando il governo di Cipro ad abbracciare le riforme economiche necessarie e ad implementare le misure anti-evasione, ricorda ai colleghi Europei la necessità di dimostrarsi "solidali" con i paesi in difficoltà.
Lo Spiegel (che a tal proposito non cita fonti) riporta che il Commissario degli Affari Economici Europei, Olli Rehn, e il capo dei fondi di salvataggio UE, Klaus Regling, sarebbero d’accordo con la linea di Draghi, riguardo alla questione Cipro, in opposizione a Schaeuble.
Secondo Draghi, "la bancarotta Cipriota annullerebbe qualsiasi altra buona notizia che sino ad ora ha contribuito a calmare gli spiriti nei confronti della zona Euro". Anche Joerg Asmussen ha fatto riferimento alla questione di Cipro sostenendo che questa possa far deragliare la fiducia ritrovata nei confronti dell’area Euro, anche se l’isola rappresenta lo 0.2% della produzione totale del blocco dei 17.
Salvare Cipro: come e quando?
Secondo le stime un accordo per il bailout di Cipro dovrebbe prevedere circa 10 miliardi di Euro per il supporto del settore bancario. Su questa base, il conto totale del bailout (compreso di aiuti fiscali) arriverebbe a circa 17, 17.5 miliardi di Euro, pari al prodotto economico di un anno per l’isola di Cipro. Tali discorsi, tuttavia, sembrano destinati ad essere rimandati a dopo il 17 febbraio, data delle prossime elezioni di Cipro.