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Cina: è crisi economica. Su l’industria ma in calo le esportazioni, taglio dei tassi vicino
lunedì 1 giugno 2015, di
La crescita del settore dell’industria in Cina ha registrato fino un massimo di sei mesi a maggio, ma la domanda per le esportazioni si è ridotta di nuovo, spingendo le aziende a ridurre i posti di lavoro e mantenendo in vita le preoccupazioni circa un rallentamento economico prolungato.
A segnalare che la recessione peggiore in Cina in almeno sei anni sta danneggiando le società di servizi, un sondaggio ha mostrato un calo della crescita nel settore ad un minimo che non si vedeva da più di cinque anni.
I settore dei servizi era stato uno dei pochi punti luminosi per l’economia cinese nel corso dell’ultimo anno.
I dati deboli hanno rafforzato l’opinione che le autorità dovrebbero estendere il piano di stimolo nei prossimi mesi, pur avendo già tagliato i tassi di interesse tre volte in sei mesi.
"L’economia cinese sta ancora affrontando venti contrari,"
hanno scritto gli economisti di ANZ Bank in una nota ai clienti.
"Se il deflusso di capitali continuerà al ritmo del primo trimestre, ci aspettiamo che la Banca popolare della Cina taglierà il coefficiente di riserva obbligatoria di altri 100 punti base, in aggiunta ad un ulteriore taglio dei tassi di almeno 25 punti base."
L’indice PMI manifatturiero è salito a 50,2, da quota 50.1 di aprile, in linea con le previsioni degli analisti.
Una lettura superiore a 50 punti indica una crescita su base mensile, mentre un risultato inferiore alla soglia segnala una contrazione.
L’indice non manifatturiero PMI, invece, è scivolato a 53,2, un livello mai visto da dicembre 2008, contro il risultato di aprile a 53.4.
Zhang Liqun, analista presso la Federazione cinese di Logistica e Acquisti, che aiuta il governo a svolgere i sondaggi sugli indici PMI, sostiene che un aumento dei nuovi ordini complessivi nelle fabbriche indica una qualche stabilità della domanda da parte del mercato.
"Questo dimostra una stabilizzazione nella crescita economica",
ha detto Zhang.
Iniziano le scommesse su un aumento del piano di stimolo
L’economia cinese sta vivendo delle difficoltà quest’anno, con un raffreddamento del mercato immobiliare e il rallentamento della crescita delle esportazioni, degli investimenti e dei consumi interni che hanno portato la crescita del Paese ai minimi di sei anni al 7% nel primo trimestre 2015.
Inoltre, il mercato azionario cinese ha quasi raddoppiato i suoi risultati negli ultimi 18 mesi, alimentando le preoccupazioni secondo cui le politiche di credito siano troppo leggere, creando la convinzione che possa essere vicino lo scoppio di una bolla speculativa.
Con l’economia che rallenta, il Paese si trova a combattere una pressione deflazionistica persistente, che mantiene a sua volta i tassi di interesse reali ostinatamente alti.
La Morgan Stanley ha riferito in un report questo mese che i tassi di interesse reali in Cina sono oltre il 3 per cento, ben al di sopra dei tassi reali in Giappone, Europa e Stati Uniti, dove gli oneri finanziari sono negativi.
Dato che la politica di allentamento in Cina deve ancora giungere alla sua meta e arrestare la crisi economica, è poco probabile che la seconda più grande economia del mondo registri presto un rimbalzo.