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Cina e Giappone, debole l’attività manifatturiera: in arrivo nuovi stimoli alla crescita

giovedì 21 maggio 2015, di Flavia Provenzani

L’attività manifatturiera nelle due principali potenze economiche in Asia è ancora bloccata a maggio, e l’assenza di pressioni inflazionistiche suggerisce che le autorità possano mettere in campo ancora più stimoli, se necessario.

Le prestazioni poco brillanti di Cina e Giappone, insieme ai dati sorprendentemente deboli sulle esportazioni dalla Corea del Sud e Taiwan, hanno fatto spostare l’onere di sostenere la crescita economica a livello mondiale sull’Europa e in particolare sugli Stati Uniti, che stanno lottando per tornare il rigido inverno.

L’attività manifatturiera in Cina si è contratta per il terzo mese consecutivo a maggio, con una riduzione degli ordini interni e delle esportazioni, alimentando le aspettative che Pechino dovrà estendere ancora le sue misure di stimolo all’economia.

"L’indice PMI manifatturiero flash suggerisce non vi è alcun segno evidente di stabilizzazione nel breve termine per l’economia in Cina. Le prospettive rimangono al ribasso,"

scrive in una nota l’economista Shengzu Wang di Barclays.

La versione flash dell’indice PMI manifatturiero di Markit/HSBC è sceso a 49,1 a maggio, più debole di un atteso 49.3, segnando la quinta contrazione dell’attività manifatturiera in sei mesi.

La Cina ha già tagliato i tassi di interesse tre volte in sei mesi e gli economisti credono che dovrà agire ancora, con la crescita economica che rischia di rallentare sotto il 7% registrato nel primo trimestre del 2015.

Annabel Fiddes, economista presso Markit, ha commentato che le pressioni deflazionistiche relativamente forti dovrebbero lasciare ampio spazio alle autorità per attuare ulteriori misure di stimolo.

Gli analisti di Nomura vedono la crescita della Cina rallentare al 6,6% anno su anno nel secondo trimestre del 2015, prima salire al 6,8% nel secondo semestre dell’anno.

In Giappone, l’attività manifatturiera è tornata a crescere, ma il miglioramento è stato tiepido. Il PMI manifatturiero è risalito a 50,9, da 49,9 di aprile.
La relazione arriva sulla scia dei dati ufficiali di questa settimana che hanno mostrato l’economia del Giappone crescere al ritmo più veloce in un anno nel primo trimestre 2015.

Tuttavia, gran parte di questa crescita è dovuta all’accumulo di beni in magazzino, e i consumi privati, gli investimenti immobiliari e l’esportazioni sono tutti cresciuti, ma ad un ritmo debole.

Il calo dei prezzi degli input e degli output suggerisce che l’inflazione è rimasta basso, alimentando le aspettative che la Banca del Giappone aumenterà ancora il suo già enorme programma di quantitative easing entro la fine dell’anno.

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