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Cina da record: crescita mai così lenta in 13 anni. Ma si riprenderà?

venerdì 18 gennaio 2013, di Federica Agostini

La Cina registra cifre da record e segna l’anno di crescita più lenta in circa 13 anni. Tra le generali preoccupazioni economiche a livello mondiale e il tentativo di debellare la bolla immobiliare a livello domestico, la Cina registra per il 2012 un Pil del 7.8%, segnando un nuovo minimo dal 1999.

Ma la fine del 2012, spiegano gli analisti, segna una nota di rialzo nell’economia Cinese che nel 2013 si trasformerà in una performance certamente migliore quest’anno. 

2012: sprint finale. Le cause

Infatti, nel quarto trimestre dello scorso anno, la percentuale di espansione economica ha raggiunto il 7.9% interrompendo così una serie di letture piuttosto fiacche.

"Il complesso dell’economia tende a stabilizzarsi", scrive in una nota l’ufficio nazionale di statistica cinese. Lo sprint finale dell’economia è stato principalmente dovuto ad una serie di investimenti da parte del governo iniziati durante l’estate proprio per contrastare il rallentamento dell’economia: investimenti in strade, ferrovie e costruzioni hanno dato all’economia cinese la forza necessaria per migliorare le performance dell’ultimo trimestre.

A favorire il rimbalzo finale, anche l’allentamento della politica monetaria che ha previsto due volte il taglio dei tassi di interesse a metà anno; il significativo miglioramento del sentiment sugli investimenti nel settore immobiliare, il più importante per l’economia cinese che rappresenta più del 10% del PIL, e la conseguente ripresa dell’attività di costruzione e di aumento dei prezzi degli immobili.

Anche le esportazioni tendono a stabilizzarsi alla fine del 2012 e la Cina presenta la bilancia commerciale con il surplus maggiore. Sono migliorati, contemporaneamente, il settore manifatturiero e quello delle vendite al dettaglio.

Cina: l’economia si riprenderà?

Ad ogni modo, nonostante i recenti e positivi sviluppi, rimangono alcune preoccupazioni circa la possibilità effettiva di una ripresa che sia duratura.

In materia di sforzi per favorire la crescita, la Cina sembra aver messo la retromarcia dalla metà del 2012.

Preoccupato che i governi locale possano accumulare debiti pericolosi nella ricerca di un PIL più forte, Pechino ha recentemente ordinato di fermare il finanziamento "irregolare" attraverso istituti di "shadow banking", attuando così un cambiamento di politica che entro la fine dell’anno potrebbe pesare sulle prospettive degli investitori.

A questo punto, diventa centrale la domanda relativa ai nuovi leader del governo: i nuovi uomini della Cina porteranno avanti progetti di investimento tali da promuovere l’economia e consolidare il loro potere politico? Generalmente, le transizioni politiche in Cina sono sempre state accompagnate da un aumento degli investimenti. Intanto, l’ufficio nazionale di statistica fa sapere "Dovremmo concentrarci sul cambiamento del modello di sviluppo economico migliorando allo stesso tempo la qualità e l’efficienza della crescita economica".

Cao Heping, professore di economia all’università di Peking, annuncia uno scenario piuttosto plausibile: "Serviranno almeno 10 anni prima che i leader politici raggiungano un accordo col partito per il cambiamento del modello di crescita. Nel frattempo, la politica economica continuerà ad essere la stessa".

Trend in Cina: risultati di alcune ricerche

  • Nel 2012 la forza-lavoro attiva è diminuita nel complesso per la prima volta nella storia, anche se il numero di persone impiegate continua ad aumentare per via dei cittadini che si trasferiscono dalle campagne alle città.
  • Per la prima volta in 10 anni la Cina ha pubblicato il rapporto che misura la distribuzione della ricchezza e, secondo l’ufficio di statistiche, è stato registrato un significativo calo nella "disuguaglianza" anche se lo stesso studio condotto dai ricercatori universitari ha portato ad una lettura diametralmente opposta. Ad ogni modo, il fatto che tali ricerche siano state condotte è indice che lo squilibrio nella distribuzione della ricchezza abbia smosso il malcontento popolare.

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