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ChemChina guarda all’Europa: dopo Pirelli, l’obiettivo è la svizzera Syngenta AG

venerdì 13 novembre 2015, di Francesco Lucchetti

ChemChina pensa in grande e le sue mire espansionistiche in Europa si estendono fino in Svizzera: adesso l’obiettivo dell’azienda nazionale cinese della chimica e dell’agrochimica è Syngenta AG, colosso svizzero del settore, che produce semi e prodotti chimici per l’agricoltura.

Sarebbe un’operazione enorme di un valore pari a circa 42 miliardi di dollari, la più grande acquisizione della storia da parte di una società cinese nel nostro continente. Dopo la scomparsa di Pirelli dalla Borsa di Milano avvenuta proprio in seguito all’acquisizione da parte di ChemChina del marchio italiano, il gigante cinese sembra non porre fine al suo shopping in Europa.

Syngenta, tutti i numeri dell’affare

La società svizzera ha un valore attuale quantificabile in circa 32 miliardi di dollari e, secondo indiscrezioni trapelate da fonti che hanno chiesto l’anonimato, l’offerta arrivata da ChemChina sarebbe stata superiore di oltre il 30% al valore di mercato, con la disponibilità da parte dell’azienda cinese di sborsare circa 449 franchi svizzeri per azione, per un totale di 41,7 miliardi di franchi, pari a circa 42 miliardi di dollari.

ChemChina-Syngenta, trattative in corso?

Sulla vicenda non è ancora stata fatta luce dai vertici di Syngenta AG che mantengono una certa discrezione a riguardo. Syngenta è il più grande produttore mondiale di pesticidi per l’agricoltura e non è escluso che abbia in programma di effettuare acquisizioni per proprio conto, rimanendo indipendente dal colosso cinese. Le trattative sarebbero ancora in corso e nelle prossime settimane se ne conosceranno probabilmente gli sviluppi.

Monsanto, offerta già respinta

L’interesse verso la compagnia svizzera era già stato manifestato quest’anno da Monsanto, l’azienda statunitense leader mondiale nella produzione di semi: la sua offerta era stata di 449 franchi ad azione, pari a quella di ChemChina e il rifiuto da parte di Syngenta era stato secco. Monsanto non si era fermata qui ed aveva aumentato la sua offerta a 470 franchi nel mese di agosto, fino a ritirare il suo interesse il 26 agosto dopo l’ennesimo rifiuto ottenuto. Qualora ChemChina non alzasse di molto la sua offerta potrebbe ricevere la stessa risposta.

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