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Catalogna: Puigdemont non risponde e invia una lettera a Rajoy

martedì 17 ottobre 2017, di Felice Di Maro

L’indipendenza della Catalogna proclamata il 10 ottobre e immediatamente sospesa ancora non viene attivata e cresce la tensione tra Barcellona e Madrid, ma anche tra il governo catalano e la Cup.

La Cup, il gruppo della “Candidatura di Unità Popolare” che appoggia il governo catalano dall’esterno ha richiesto con una lettera pubblica di attivare l’indipendenza ma si continua a temporeggiare.

Il presidente della Generalitat della Catalogna, Carles Puigdemont, ha rispettato la scadenza del primo ultimatum che gli aveva posto il premier spagnolo, Mariano Rajoy, per rispondere su un’eventuale conferma dell’indipendenza. Prima della scadenza delle ore 10 di lunedì 16 ottobre ha inviato una lettera a Madrid chiedendo di fermare la repressione in corso, di aprire due mesi di dialogo e fissare un incontro urgente. Immediata la risposta della vice presidente del governo spagnolo, Soraya Saenz de Santamaria, che in una conferenza stampa ha dichiarato:

Puigdemont risponda con chiarezza. Revochi la dichiarazione della indipendenza della Catalogna o sarà applicato l’articolo 155. È iniziata la seconda fase della richiesta: Puigdemont ha tempo fino alle 10 del mattino di giovedì per rientrare nella legalità e dare una risposta chiara alla popolazione.

Puigdemont ha scritto la sua lettera più come messaggio a interlocutori esterni alla Catalogna che ai catalani e domanda cose che nessun presidente del governo potrebbe autorizzare. Ha deciso di non rispondere alla richiesta contenuta nell’ultimatum inviato mercoledì scorso, prima di attivare l’articolo 155 della costituzione.

Nessuno nega il dialogo, ma il dialogo deve farsi nella legge. Non era difficile dire sì o no. Riteniamo che Puigdemont abbia l’opportunità ancora di rettificare. È nelle sue mani evitare che si facciano ulteriori passi.

Quali saranno questi “ulteriori pass”i?
Sappiamo, più o meno, cosa intenda fare il governo spagnolo anche se nello specifico niente è stato reso noto. Di certo è noto che vuole amministrare la Catalogna da Madrid. Il governo spagnolo avrà già predisposto un piano di gestione nei vari settori di competenza della Generalitat.

Quello che proprio non interessa alla vice presidente del governo spagnolo è il fatto che al referendum del 10 ottobre oltre due milioni di catalani sono andati a votare. Considerando che ci sono stati oltre 900 feriti per le operazioni di chiusura del seggio della Guardia Civil il governo spagnolo aveva l’obbligo, come richiesto da più parti e con imponenti manifestazioni sia a Barcellona che in tutta la Spagna, di fare un incontro con il governo catalano. Invece, obiettivamente, l’unica cosa che ha deciso è stata quella di iniziare la procedura dell’articolo 155 che ha per obiettivo di sospendere l’autonomia della Catalogna.

Anche Rajoy ha risposto con una lettera confermando la seconda scadenza dell’ultimatum che è stata decisa per giovedì alle 10. Ha parlato di misure costituzionali anche se non le ha presentate. Al riguardo non è da escludere che possa già giovedì nominare un altro governatore al posto di Puigdemont e sciogliere il parlamento. Ecco alcuni passi della sua lettera:

Risponda o ci saranno misure costituzionali. Deploro profondamente che il presidente catalano Carles Puigdemont abbia deciso di non rispondere alla richiesta contenuta nell’ultimatum inviato mercoledì scorso, prima di attivare l’articolo 155 della costituzione. Confermo la seconda scadenza dell’ultimatum, giovedì alle 10, prima dell’attivazione delle misure costituzionali.

Puigdemont non gli ha risposto, è vero, ma non è che non abbia detto niente con la sua lettera, ha temporeggiato ma ha posto questioni che il governo spagnolo comunque non ha preso per niente in considerazione. Eccola lettera di Puigdemont a Rajoy-:

Stimato Presidente Rajoy:
La situazione che viviamo è di tale trascendenza che esige risposte e soluzioni politiche che siano all’altezza. La mia lettera vuole contribuire a raggiungere questo tipo di risposte, che sono quelle che ci chiede la maggioranza della società e che si attendono in Europa, che non comprende altro modo di risolvere i conflitti che non passi attraverso il dialogo, il negoziato e l’accordo.

In questo senso, mi ha sorpreso che nel suo scritto dello scorso 11 ottobre annunciasse la volontà del suo governo di attivare l’articolo 155 della Costituzione per sospendere l’autogoverno della Catalogna. Quando lo scorso 10 ottobre, rispondendo alla petizione di numerose personalità e istituzioni internazionali, spagnole e catalane, le prospettai un’offerta sincera di dialogo, non lo feci come una dimostrazione di debolezza, ma come una proposta onesta per trovare una soluzione al rapporto tra lo Stato spagnolo e la Catalogna, che è bloccato da molti anni.

Domenica 1° ottobre, nel mezzo di una violenta azione della polizia denunciata dai più prestigiosi organismi internazionali, più di due milioni di catalani hanno assegnato al Parlament il mandato democratico di dichiarare l’indipendenza. Ai risultati di questo referendum bisogna aggiungere quelli delle ultime elezioni per il Parlament della Catalogna, dove una chiara maggioranza, un 47,7 per cento, votò per le forze indipendentiste, e dove le forze esplicitamente contrarie all’indipendenza ottennero un 39,1 per cento. È anche necessario ricordare che un 80 per cento dei cittadini sta manifestando in modo reiterato la volontà di decidere il proprio futuro politico votando in un referendum concordato. Accettare la realtà è il cammino per risolvere i problemi.

La priorità del mio governo è cercare con tutta l’intensità la via del dialogo. Vogliamo parlare, come lo fanno le democrazie consolidate, sul problema che le prospetta la maggioranza del popolo catalano che vuole intraprendere il suo cammino come Paese indipendente nell’ambito europeo.

La sospensione del mandato politico venuto dalle urne il 1 ottobre dimostra la nostra ferma volontà di trovare una soluzione e non lo scontro. La nostra intenzione è percorrere il cammino in modo concordato, tanto nei tempi come nelle forme. La nostra proposta di dialogo è sincera e onesta. Per tutto ciò, nel corso dei prossimi due mesi, il nostro principale obiettivo è invitarla a dialogare e che tutte quelle istituzioni e personalità internazionali, spagnole e catalane che hanno espresso la loro volontà di aprire un cammino negoziale abbiano la possibilità di esplorarlo. Verificheremo in questo modo l’impegno, di ciascuna delle due parti, nella ricerca di una soluzione concordata.

Per tutto ciò, le trasmetto due richieste:
La prima, che si fermi la repressione contro il popolo e il governo della Catalogna. Questo stesso lunedì sono citati come imputati alla Audiencia Nacional due dei leader della società civile catalana che hanno promosso le manifestazioni pacifiche di milioni di persone a partire dall’anno 2010. È anche citato, presso la Audiencia Nacional, il maggiore dei Mossos d’Esquadra, uno dei quadri di polizia con maggior prestigio della polizia europea e che compie il suo lavoro in maniera rigorosa e garantista.

Nel capitolo della repressione, abbiamo anche subito, tra l’altro, la violazione di diritti fondamentali; il congelamento di conti bancari che impedisce che possiamo portare a compimento i nostri obblighi con le persone più bisognose; la censura di Internet e di mezzi di comunicazione; la violazione del segreto postale; l’arresto di servitori pubblici e la brutale violenza esercitata contro la popolazione civile pacifica il 1° ottobre. La nostra proposta di dialogo è sincera, nonostante tutto ciò che è accaduto, ma logicamente è incompatibile con l’attuale clima di crescente repressione e minaccia.

La seconda richiesta è che fissiamo, prima possibile, un incontro che ci permetta di esplorare la possibilità di primi accordi. Non lasciamo che si deteriori ancor di più la situazione. Con buona volontà, riconoscendo il problema e guardandolo in faccia, sono sicuro che possiamo trovare il cammino per la soluzione.
Cordialmente,

Carles Puigdemont i Casamajó
Presidente della Generalitat de Cataluña

Barcellona, 16 ottobre 2017

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