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Cambio euro-dollaro: previsioni per la settimana dopo la Brexit
sabato 25 giugno 2016, di
Il cambio euro-dollaro chiude una settimana storica per l’Unione Europea passando dall’1,13 di inizio settimana a quota 1,11, dopo aver toccato minimi che si sono spinti fino alle radici dell’1,09.
Tutto il movimento della settimana è stato percorso nelle ultime 24 ore di contrattazione, ovvero dal momento in cui dai seggi britannici sono stati comunicati i primi risultati del referendum per la Brexit.
Il Regno Unito ha deciso di abbandonare l’Unione Europea e le conseguenze sui mercati sono state immediate e decise. Al crollo delle borse si è aggiunto uno storico affondo della sterlina e una rivoluzione all’interno di molti cambi del Forex.
Gli investitori si sono lanciati nei beni rifugio, provocando un rialzo dello yen e dell’oro, e la volatilità del primo giorno post-Brexit ha fatto intendere quali saranno gli effetti a breve termine dell’uscita del Regno Unito dall’UE.
Per quello che riguarda euro-dollaro la reazione non poteva che portare ad un crollo nella quotazione della valuta comunitaria. La sfiducia nei confronti dell’Unione Europea e soprattutto del suo futuro, con l’arrivo immediato di altre voci euroscettiche, descrive uno scenario che rischia di non limitarsi al breve termine.
Dopo aver visto le previsioni della prossima settimana per Borsa Italiana, vediamo ora quali potranno essere i prossimi passi nel nuovo cammino intrapreso dal cambio euro-dollaro.
Cambio euro-dollaro: fine del trend rialzista di medio periodo?
Il cambio euro-dollaro crolla e con lui tutte le certezze riguardanti il futuro dell’Unione Europea, sia da un punto di vista politico che economico.
Dopo i minimi a quota 1,06 di fine 2015 euro-dollaro aveva seguito un trend rialzista di medio periodo che aveva visto il susseguirsi di una serie di minimi crescenti, ben evidenziabili guardando al grafico settimanale.
E proprio guardando oggi al grafico W1 si nota quella che rischia di essere una storica rottura al ribasso della trendline positiva:
La media mobile a 100 periodi, tratteggiata in bianco, aveva fornito un livello di resistenza al di sopra del quale euro-dollaro non è stato in grado di salire e, con la giornata di venerdì, lo scenario sembra aver ribaltato i propri contorni.
La trendline è stata abbattuta ed è pronta a trasformarsi in un livello di resistenza per tentativi futuri di rialzo, il cambio è andato a testare la zona di accumulazione a 1,09 e l’area colorata in blu potrebbe rappresentare la zona all’interno della quale EUR/USD mirerà nel prossimo futuro.
Al di là di eventuali market mover che portino a movimenti repentini in una direzione o nell’altra, infatti, è difficile immaginare che dopo la Brexit l’euro riesca a riprendere un cammino rialzista nel breve/medio periodo, avendo più minacce e difficoltà nel suo cammino che non ottimismo.
Solo politiche monetarie della Fed che mirino a svalutare il dollaro potrebbero restituire nel medio termine ambizioni rialziste alla valuta comunitaria, il cui futuro resta legato a doppia mandata alla capacità delle istituzioni europee di convincere il mondo che l’Unione Europea c’è e continuerà più forte di prima.
Cambio euro-dollaro ribassista: quali target di prezzo?
Il cambio euro-dollaro ha vissuto uno sprint al ribasso tale da compromettere l’utilità di molti strumenti di analisi tecnica per il breve termine.
Dopo i minimi toccati a 1,09 il cambio è risalito nella seconda parte della giornata di venerdì fino all’1,11, anche grazie alla forte uscita di capitali finanziari dall’Eurozona che ne ha favorito un apprezzamento:
Sono stati tuttavia infranti diversi livelli di supporto, verso i quali il cambio potrà tornare nei primi giorni di settimana, immaginando una prosecuzione meno intensa ma sempre rivolta al ribasso.
1,107 e 1,101 sono i primi livelli target verso i quali potrebbe dirigersi euro-dollaro, con l’ultimo supporto evidenziato a 1,096 che sarebbe a quel punto decisivo. Un ritorno sotto quota 1,10 disegnerebbe uno scenario che punta senza indugi al ribasso verso i minimi di inizio anno.
I market mover della prossima settimana avranno senz’altro un impatto ovattato, ridotto in efficacia a causa delle reazioni post-Brexit che continueranno a rappresentare il vero market mover anche durante i prossimi cinque giorni.
È tuttavia importante ricordare quali saranno i principali, dei quali sarà possibile tenere traccia anche grazie al nostro calendario economico:
- martedì 28 giugno - PIL trimestrale e rapporto sulla fiducia dei consumatori USA, entrambi previsti in rialzo;
- mercoledì 29 giugno - contratti pendenti di vendita di abitazioni e scorte di petrolio greggio USA, previsione per i primi di netto ribasso;
- giovedì 30 giugno - stime sull’inflazione annuale dell’Eurozona e minute della BCE, richieste iniziali di sussidi di disoccupazione USA;
- venerdì 1 luglio - indice PMI manifatturiero e tasso di disoccupazione Eurozona, previsti costanti, e indice ISM manifatturiero per gli USA, le cui aspettative vedono un leggero rialzo.
Si parte quindi forte per gli USA che durante la giornata di martedì potrebbero vedere un ulteriore rafforzamento del dollaro, se le aspettative degli analisti venissero confermate, movimento funzionale ad una prosecuzione del trend ribassista.
Sarà poi una giornata importante per l’Eurozona quella di giovedì. I dati sull’economia e le parole della BCE rischiano di aumentare il loro impatto nel prossimo periodo, come se venisse amplificata la loro importanza dopo la fragilità che la Brexit ha portato nel territorio dell’UE.

