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Cambio euro-dollaro: analisi e previsioni (4 luglio - 8 luglio)

sabato 2 luglio 2016, di Matteo Bienna

Il cambio euro-dollaro chiude la prima settimana post-Brexit arrivando a ritracciare circa metà del crollo che ha accompagnato e seguito gli esiti del referendum britannico del 23 giugno.

Il clima sui mercati sembra essersi disteso dopo la giornata di lunedì e una riduzione della volatilità ha portato un riassestamento dei valori verso i livelli tenuti prima dell’abbandono del Regno Unito dall’Unione Europea.

Le ultime parole del presidente della Bank of England hanno causato un nuovo strappo al ribasso della valuta inglese ma non hanno avuto ripercussioni negative sull’euro, con il recupero nei confronti del dollaro che lo ha portato a chiudere sopra l’1,11, dopo la toccata e fuga ad 1,09 che aveva fatto credere ad un crollo accelerato.

L’Unione Europea, grazie al sostegno della BCE e alla quotidiana presenza di rassicurazioni sul fronte delle istituzioni comunitarie, vive ancora un post-Brexit incerto ma che, per ora, appare meno tragico di quello che molti si aspettavano.

Il cambio euro-dollaro si trova in una situazione delicata ed è alle porte di una settimana che si concluderà con i Non Farm Payrolls americani, il market mover che più di ogni altro ne ha finora scossa la quotazione.

Dopo aver visto i risultati della prima metà del 2016 di tutti i maggiori cambi del Forex, vediamo ora quali scenari euro-dollaro si appresta ad affrontare nei primi giorni del secondo semestre.

Cambio euro-dollaro in ripresa sopra l’1,11 con il test della trendline: e ora?

La parentesi Brexit ha avuto un inizio ben individuabile che è coinciso con i primi spogli dei seggi elettorali britannici, ma sembra ancora molto poco chiaro se e quando è destinata a terminare.

Le contrattazioni tra Regno Unito ed Unione Europea avranno ancora vita molto lunga e, se i mercati riprendono un andamento stabile nel breve termine, è lecito attendersi una ripresa dei movimenti tradizionali di euro-dollaro.

I dati sull’economia americana erano diventati più che mai i binari attraverso i quali il cambio si muoveva nel pre-Brexit. È possibile quindi che, con un orecchio sempre attento alle evoluzioni interne alla Comunità Europea, i risultati economici delle due aree tornino ad essere protagonisti.

La prossima settimana è in realtà priva di grandi market mover, come verrà descritto in seguito, ma si chiude nella giornata di venerdì con i nuovi aggiornamenti sui Non Farm Payrolls americani.

Gli ultimi dati avevano sconvolto il mercato, lanciato l’euro al rialzo e portato ad una decisa frenata le ambizioni di rialzo dei tassi di interesse della Fed, ormai destinate a protrarsi fino al 2017.

Il dato di giugno è previsto in rialzo dopo lo scivolone del mese precedente, fattore che potrebbe giocare a favore di un rafforzamento del dollaro, in caduta durante gli ultimi giorni. Questa prospettiva trova un punto di connessione con l’abbattimento della trendline positiva che era avvenuto durante la scorsa settimana, come osservabile dal seguente grafico W1:

La trendline sosteneva il trend rialzista che euro-dollaro teneva dalla fine dello scorso anno, prima che avvenisse la sua netta rottura. Durante la giornata di venerdì il rialzo è poi proprio andato a testare la trendline, prima di tornare indietro.

È comune che una trendline passi a ricoprire il ruolo di resistenza dopo essere stata supporto. Qualsiasi scenario rialzista dovrà quindi fare i conti con il suo nuovo abbattimento, difficile da immaginare.

Nel seguente grafico H4 è possibile inquadrare l’andamento di euro-dollaro dal crollo post Brexit in poi, con i ritracciamenti di Fibonacci che evidenziano come il contro-movimento si sia spinto esattamente fino a metà del crollo di una settimana fa:

La resistenza a 1,116 ha respinto verso il basso il cambio, la cui quotazione è in una stretta fase di consolidamento racchiusa tra la media mobile a 20 e quella a 60 periodi.

Il taglio al rialzo o al ribasso di uno di questi due livelli ha come successivi obiettivi le resistenze e i supporti evidenziati (1,105, 1,110, 1,113, 1,116, 1,118, 1,123). L’ultimo uptrend di euro-dollaro potrebbe quindi terminare all’interno di quota 1,11, pronto a ritracciare all’interno di questi livelli, almeno nella prima parte della settimana.

L’attesa per i Non Farm Payrolls rischia, al netto di novità dal fronte EU-Regno Unito, di catalizzare l’attenzione da mercoledì in poi. Dati in rialzo per gli USA potrebbero dare conferma del nuovo trend ribassista intrapreso da euro-dollaro nel grafico settimanale e ricondurlo quindi verso la zona di accumulazione attorno al 23.6, alle soglie dell’1,09.

Cambio euro-dollaro: i market mover della settimana

Con il calendario economico sempre a portata di mano, vediamo i principali market mover che attendono euro-dollaro durante la prossima settimana:

  • martedì 5 luglio - indici sui servizi e vendite al dettaglio dell’Eurozona;
  • mercoledì 6 luglio - variazione dell’occupazione non agricola e indice ISM non manifatturiero per gli Stati Uniti;
  • giovedì 7 luglio - minute della BCE e scorte di petrolio greggio USA;
  • venerdì 8 luglio - Non Farm Payroll, tasso di disoccupazione e dati sul mercato del lavoro USA.

Fari puntati sulla giornata di venerdì quindi, con gli USA che potrebbero tornare a muovere il mercato dopo le vicende che hanno spostato il focus sull’Europa.

Importanti anche nuovi possibili interventi da parte della BCE che potrebbero giocare a favore di un apprezzamento dell’euro, il cui destino sembra tuttavia più indirizzato a perdere terreno sul dollaro, almeno prendendo in considerazione il medio periodo.

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