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CIGS e Contratti di solidarietà: tagli del 10% per effetto del Decreto Milleproroghe
domenica 4 gennaio 2015, di
Tra i vari provvedimenti dei quali si attendeva il prolungamento anche nell’anno 2015, attraverso il Decreto Milleproroghe pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 31 Dicembre, sono due i grandi assenti produrranno devastanti conseguenze per famiglie e lavoratori: la proroga del blocco degli sfratti per i contratti di locazione e la proroga dell’integrazione al 70% per i contratti di solidarietà.
I contratti di solidarietà
In seguito alla riduzione dell’orario di lavoro aziendale e all’applicazione dei contratti di solidarietà, la normativa prevede che il lavoratore sottoposto a questa misura percepisca un’indennità o integrazione, dovuta dalla cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) pari al 60% della retribuzione persa a causa della riduzione di orario di lavoro.
Fino al 31 Dicembre 2014, tuttavia, i lavoratori soggetti a contratto di solidarietà potevano fare affidamento su un 10% aggiuntivo che portava l’integrazione al 70% della retribuzione e che, per il 2015, verrà a mancare dal momento che non è stato prorogato.
Cosa avviene dal 1 Gennaio 2015
Dal 1 Gennaio 2015, quindi, i contratti di solidarietà di tipo A, assistiti da Cigs, saranno integrati al 60%. Si tratta dell’ennesima decurtazione di retribuzione a carico dei lavoratori in solidarietà che fino al 2013 potevano contare su una integrazione ancora maggiore, che era pari all’80% della retribuzione persa. Le cose sono andate peggiorando con la Finanziaria varata dal Governo Letta che, dal 1 Gennaio 2014 aveva fatto scendere l’integrazione del 10%. Dal momento che la Legge di Stabilità 2015 non si è pronunciata in materia, il Decreto Milleproroghe era considerato l’ultima spiaggia per evitare la ulteriore decurtazione di questa agevolazione.
Contratti di solidarietà: una misura sempre più utilizzata
Al di là delle belle parole del Governo che ha spesso manifestato la volontà di rendere più efficaci e incisivi gli ammortizzatori sociali la riduzione dell’integrazione dei contratti di solidarietà oltre a ben dimostrare quanto di vero ci sia nelle affermazioni dell’esecutivo, si configura come un vero e proprio colpo basso per un gran numero di lavoratori.
I contratti di solidarietà, infatti, è diventato in questi ultimi anni uno degli ammortizzatori sociali più utilizzati dalle aziende, dal momento che le 1977 imprese che ne avevano fatto richiesta nel 2013, sono lievitate del 25% nell’arco di 2 anni. La diffusione di questa misura si comprende bene considerando come, in una situazione di difficoltà aziendale, il contratto di solidarietà possa considerarsi come la soluzione più morbida rispetto ad altre possibili alternative. Soluzione morbida anche per il fatto che buona parte del salario perso, con la riduzione delle ore di lavoro, veniva restituito attraverso la CIGS. Ora che questo beneficio va assottigliandosi sempre di più, sul fronte delle imprese accade, invece, il contrario, dal momento che un numero sempre crescente di realtà utilizzano questa misura, anche grazie agli sgravi contributivi elevati al 35% e previsti per le aziende che applicano una riduzione dell’orario di lavoro maggiore del 20%, in base a una norma contenuta nel decreto sui contratti a tempo determinato firmato dal ministro Poletti nella scorsa primavera.
