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Brexit: le ammissioni del Governo rivelate dal documento riservato

martedì 30 gennaio 2018, di C. G.

Con la Brexit il Regno Unito starà decisamente peggio, perderà punti di Pil e osserverà una battuta d’arresto in tutti i principali settori economici.

Ad esprimere tanto pessimismo non è stato uno dei numerosi critici del processo di abbandono dell’Ue, ma il Governo di Theresa May in persona in un documento rimasto fino ad ora riservato.

L’analisi sull’impatto della Brexit è stata realizzata dall’esecutivo britannico (più precisamente dal Dipartimento per l’Uscita dall’Ue diretto da David Davis) con il compito di analizzare i tre scenari più plausibili in seguito al divorzio tra Regno Unito e Unione europea. La diffusione del documento segreto è avvenuta per mano di Buzzfeed.

I 3 scenari e le conseguenze sul Pil

Il documento segreto ha studiato in primo luogo le conseguenze della Brexit dal punto di vista della crescita economica in generale. Come accennato, gli scenari analizzati dai rami dell’esecutivo di Londra sono stati tre:

  1. Scenario 1: nessun accordo.
  2. Scenario 2: accordo di libero scambio.
  3. Scenario 3: permanenza del Regno Unito nel mercato unico e nell’unione doganale.

Theresa May ha più volte tuonato con il suo famoso “Brexit means Brexit”, ribadendo la necessità di andare fino in fondo con le procedure di divorzio. Per questo la permanenza del Paese all’interno del mercato unico appare oggi un’ipotesi irreale che tuttavia, se realizzata, comporterebbe una discesa del Pil di 2 punti.

Il raggiungimento di un’intesa di libero scambio, invece, taglierebbe il prodotto interno lordo britannico di 5 punti, ma le cose andrebbero decisamente peggio in caso di “No Deal”. Ove il Regno Unito e l’Unione europea decidessero di salutarsi senza accordo, il Pil britannico perderebbe almeno 8 punti nell’arco di 15 anni.

Stando a quanto previsto dal documento, l’economia britannica, in tutte le sue sfaccettature, dovrà fare i conti con l’impatto negativo della Brexit che non sarà limitato neanche dalla firma di nuovi accordi commerciali. Un compromesso del genere con gli USA permetterebbe al Pil britannico di salire dello 0,2% nel lungo periodo, mentre accordi con Paesi quali la Cina, l’India e l’Australia, solo per dirne qualcuno, potrebbero garantire tra 0,1 e 0,4 punti percentuali.

Praticamente immediata, dopo la pubblicazione del documento segreto, la reazione di alcune fonti britanniche. Stando a quanto oggi riportato da La Repubblica, esponenti di Downing Street si sarebbero affrettati a minimizzare il contenuto del testo, parlando di semplici ipotesi sulla Brexit che non avrebbero però considerato lo scenario negoziale preferito dal Governo: il raggiungimento di un accordo sia commerciale che finanziario.

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