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Borse Asia: indici cinesi positivi, forte ribasso del Nikkei. Wall Street chiude contrastata
martedì 12 gennaio 2016, di
I mercati asiatici continuano a rivelarsi fragili a causa dei prezzi del petrolio e dei timori sull’economia cinese. I titoli azionari asiatici si stanno avvicinando a toccare i prezzi minimi di 4 anni mentre il petrolio continua la discesa trattando sui minimi di prezzo di 12 anni. In 2 settimane il greggio ha perso il 20%, mettendo in difficoltà i settori dell’energia, oil e materie prime. Scivola il Nikkei dopo che lunedì era rimasto chiuso per festività, chiude contrastata invece Wall Street.
Borse Asia, analisti: focus rimane su PBoC e petrolio. Servono dati macro confortanti
Borse asiatiche ancora fragili a causa del continuo calo del prezzo del petrolio e dall’incertezza generata dal rallentamento dell’economia cinese. Secondo alcune fonti di Reuters, le autorità cinesi starebbero pensando di chiedere alle banche di tagliare gli interessi sui prodotti delle gestioni patrimoniali ad alto rendimento. Tuttavia, queste indiscrezioni non hanno ancora trovato nessuna conferma.
Prima che gli indici cinesi aprissero gli scambi, la PBoC ha fissato il cambio Yuan-Dollaro a 6,5628, tasso simile a quello di Lunedì di poco inferiore.
Sui listini asiatici, così come quelli europei e Wall Street, continua a registrarsi una forte volatilità. Tuttavia, questo non sorprende gli analisti di Allianz Global Investors che hanno spiegato di non essere sorpresi da tale volatilità.
Secondo gli esperti, il prezzo del petrolio e la rimozione del controllo della PBoC sullo Yuan sono due fattori importanti, non del tutto attesi, che stanno aumentando la volatilità sui mercati. Finché queste due variabili non troveranno una soluzione congrua, la forte volatilità continuerà a manifestarsi concludono gli esperti.
Secondo HSBC di Hong Kong invece, ci troviamo a metà di un periodo di consolidamento. Per raggiungere un equilibrio, bisognerà attendere qualche dato macro che dia conforto agli investitori.
Borse Asia: positivi gli indici cinesi. Scivola il Nikkei del -2,71%
Gli indici cinesi sono riusciti a mantenersi in territorio positivo, con lo Shanghai composite in rialzo del +0,13%, dopo essere salito al massimo di un +0,9%. Positivo anche l’indice minore di Shenzhen che sta chiudendo in progresso del +0,68%.
Riapertura con il segno meno invece per il Nikkei che nella giornata di ieri era rimasto chiuso per festività. L’indice giapponese ha registrato un ribasso del -2,71%, il peggiore nella seduta odierna delle Borse asiatiche.
In discesa anche gli indici di Hong Kong (-0,75%), Taiwan (-0,26%) e Corea (-0,21). Positivo invece l’indice indonesiano IDX del +1,1%.
L’indice australiano ASX200 non è riuscito invece a mantenere i guadagni di inizio seduta, chiudendo in negativo del -0,14%. Sul listino australiano hanno pesato le compagnie del settore energia e delle materie prime che in media hanno perso rispettivamente il -3,51% ed il -2,3%.
Wall Street: chiusura contrastata. Esperti: Fed non rialza i tassi?
Nella seduta di ieri Wall Street ha chiuso contrastata dopo un’iniziale partenza sprint. Secondo un esperto di Sumitomo Mitsui Asset Management, la chiusura di Wall Street in territorio positivo (anche se non in toto) è un buon segno.
Per l’analista della casa d’affari, gli investitori statunitensi si starebbero convincendo che il rallentamento della Cina e il crollo del petrolio potrebbero indurre la Federal Reserve ad abbandonare il progetto di rialzare i tassi per quest’anno.
Secondo uno strategist di Global-info Co. invece, i tassi di interesse statunitense non sono al centro delle preoccupazioni degli investitori. Il rallentamento della Cina e i prezzi del petrolio sono gli argomenti su cui si concentrano gli operatori del mercato.
Come si diceva in precedenza, la chiusura di Wall Street è stata contrastata. Il Dow Jones e lo S&P500 sono riusciti a chiudere in positivo rispettivamente del +0,32% e del +0,09%. Il Nasdaq invece ha terminato la seduta in calo del -0,12%.
Da segnalare l’acquisto del gigante del gaming Legendary Enterntainment da parte della società asiatica Dalian Wanda per un totale di $3,8 miliardi.
Pubblicati infine i dati di Alcoa: la società ha battuto le stime sull’EPS (0,04$ contro i 0,02$ attesi) ed ha alzato le proiezioni sulla domanda di alluminio per il 2016 (un boom del +6% secondo la compagnia.