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Borsa Italiana: in arrivo decreto per agevolare i costi di quotazione delle PMI italiane

giovedì 19 aprile 2018, di Alessio Trappolini

Importanti novità per le società che hanno avviato o intendono avviare l’iter di quotazione su un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo.

In base al decreto ministeriale MISE-MEF in attuazione dell’art. 1 c. 89 della legge di Bilancio 2018 è stato introdotto il credito d’imposta sul 50% dei costi di consulenza sostenuti dalle PMI (acronimo di Piccole e Medie Imprese, ndr) a decorrere dal 1° gennaio 2018 fino al 31 dicembre 2020.

Il decreto è stato presentato ieri a Milano nel corso di una conferenza organizzata da IR Top Consulting, società di consulenza specializzata nell’advisory per la quotazione in Borsa delle PMI, nella quale sono intervenuti Francesco Caio, Consigliere per le politiche industriali per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Stefano Firpo, Direttore generale per la politica industriale, la competitività e le PMI del Ministero dello Sviluppo Economico e Anna Lambiase, Ceo di IR Top Consulting.

"Il decreto l’ho portato a mano al ministero delle Finanze perché non mi fidavo più, ora è sulla scrivania del ministro (Pier Carlo) Padoan, contiamo che la misura sarà operativa in un paio di mesi", ha rassicurato il Direttore generale del MISE Firpo nel corso della conferenza stampa, sottolineando che i tempi potrebbero essere anche più brevi in quanto si prevede di "aprire lo sportello dal primo ottobre fino a marzo 2019 per le quotazioni fatte nel 2018".

Firpo ha spiegato che la misura sul credito di imposta per le quotazioni in Borsa sarà gestita direttamente dalla sua direzione generale al Mise, nonostante si tratti di un provvedimento di natura finanziaria.

Le novità introdotte dal decreto sul credito d’imposte

Il decreto sul credito d’imposta contiene le seguenti principali novità:

  • tipologie di costi ammissibili a credito di imposta: advisor finanziario, nomad, global coordinator, investor relations, legale, fiscale, revisione e comunicazione finanziaria;
  • ammesse a credito di imposta anche le spese di collocamento;
  • le spese possono consistere in un importo pattuito in misura fissa oppure parzialmente proporzionata al successo dell’operazione di quotazione;
  • attestazione rilasciata dal presidente del collegio sindacale, oppure da un revisore legale iscritto nel registro dei revisori legali, o da un professionista iscritto nell’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili;
  • credito di imposta valido per tutte le tipologie di quotazione, con o senza aumento di capitale;
  • credito di imposta utilizzabile esclusivamente in compensazione;
  • 500.000 euro il tetto massimo di credito di imposta per singola PMI;
  • 160 il numero minimo di società in IPO finanziabili nel triennio;
  • presentazione dell’istanza a partire dal 1° ottobre dell’anno della quotazione sino al 31 marzo dell’anno successivo.

Il perché della norma

La norma è stata scritta a quattro mani da MISE, MEF con il supporto tecnico di IR Top consulting che grazie alle aree di analisi condotte dall’Osservatorio AIM ha sviluppato un’analisi sulle tipologie dei costi di quotazione sul mercato AIM di Borsa Italiana, analisi di sensitività in base ai dati di raccolta media (7,2 milioni di Euro) e mediana (5,3 milioni di Euro), e ha studiato i possibili impatti dell’incentivo fiscale sul numero di nuove IPO e stima della misura e le evidenze empiriche del 2017.

A tal proposito Anna Lambiase ha dichiarato che calcolando “un importo medio sotto la soglia di 500.000 euro, potranno beneficiare dell’incentivo sul credito d’imposta circa 180 IPO nel triennio 2018-2020”.

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