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Bersani vuole primarie tra Renzi e Pisapia, ecco perché non potranno mai esserci

lunedì 25 settembre 2017, di Alessandro Cipolla

Matteo Renzi da Imola lancia ufficialmente la sua campagna elettorale, ma nel centrosinistra italiano c’è chi, come Pier Luigi Bersani, rilancia l’idea delle primarie con Giuliano Pisapia come condizione necessaria per fare un accordo.

L’approdo in Parlamento del Rosatellum-bis sta sconvolgendo un po’ tutto il panorama politico nazionale. Nella legge elettorale che a ottobre inizierà il suo iter parlamentare sono previste infatti le coalizioni, a differenza invece dell’attuale sistema di voto dove ci sono soltanto le liste.

Un’eventualità questa che per Pier Luigi Bersani potrebbe riaprire il discorso su centrosinistra unito alle prossime elezioni, includendo quindi anche il Partito Democratico. Unica soluzione però potrebbero essere le primarie tra Matteo Renzi e Giuliano Pisapia per determinare il candidato premier.

L’idea non dispiace neanche a Pisapia, ma queste primarie alla fine sono destinate a rimanere soltanto un miraggio visto che, al momento, non ci sarebbero neanche le minime condizioni per mettere insieme una coalizione del genere.

Primarie tra Renzi e Pisapia?

Nel centrosinistra si torna a parlare di primarie, questa volta però coinvolgendo anche il Partito Democratico. Tutto è iniziato da Pier Luigi Bersani, che come riportato da La Stampa ha aperto all’ipotesi.

Le primarie per la guida del centrosinistra? Fosse per me le farei. Pisapia potrebbe sfidare Renzi ma con il Mattarellum, che prevede vere coalizioni, non con questa legge che stanno discutendo. E con un’intesa su un programma in discontinuità con i governi di questi anni.

L’unico modo quindi per fare una coalizione di centrosinistra che coinvolga PD, Movimento Democratici e Progressisti, Campo Progressista e magari anche Sinistra Italiana, per Bersani sarebbe tramite il meccanismo delle primarie per scegliere il candidato premier.

Altro paletto poi per lo scissionista sarebbe la legge elettorale, che deve essere il Mattarellum. Il Rosatellum-bis che presto arriverà in Parlamento invece è molto inviso dal MPD, che contesta i tanti nominati che verrebbero eletti.

L’avversione però potrebbe essere dovuta anche dal fatto che, se dovesse essere approvata, con il Rosatellum-Bis gli scissionisti avrebbero più problemi a superare la soglia di sbarramento e, nel caso, porterebbero in Parlamento pochi deputati e senatori.

L’idea delle primarie comunque non dispiace neanche a Giuliano Pisapia, che intervistato dal Messaggero ha ribadito come se si vuol fare una coalizione sia il candidato che il programma devono essere condivisi.

Negli ultimi vent’anni le primarie per la leadership delle coalizioni ci sono sempre state, anche con questo statuto del Pd. Non sono un dogma ma in una coalizione programma e candidato premier devono essere condivisi. Sono un metodo virtuoso. È difficile dire: lavoriamo insieme ma comando io a prescindere.

Il sentore però è che Bersani e Pisapia stiano facendo, come si suol dire, i conti senza il proverbiale oste ovvero Matteo Renzi. Il Partito Democratico infatti potrebbe avere molto meno interesse a fare delle primarie rispetto agli altri partiti di centrosinistra.

Renzi e gli scissionisti

Ascoltando le parole di Bersani e Pisapia si potrebbe pensare a un Partito Democratico propenso a costruire una coalizione di centrosinistra. Matteo Renzi invece con ogni probabilità la pensa in maniera opposta.

Se il Rosatellum-bis dovesse essere approvato, il PD potrebbe aprire le proprie porte senza dubbio a forze centriste come quelle di Carlo Calenda e forse anche di Angelino Alfano, nel caso questo che le elezioni regionali in Sicilia dovessero andare bene.

L’idea poi è anche quella di inglobare una forza di sinistra così da riequilibrare il piatto della bilancia. L’identikit perfetto nel caso sarebbe proprio quello di Pisapia, che però ha poca intenzione di recitare un ruolo da comprimario.

Bersani quindi ha dettato una serie linee guida per la creazione di una coalizione, non avendo ben presente però che Renzi non ha assolutamente intenzione di allearsi con chi solo pochi mesi fa ha abbandonato il partito.

Sarebbe impossibile infatti stilare nel caso anche un programma condiviso, quindi l’ipotesi di primarie di coalizione nel centrosinistra al momento sono alquanto improbabili, visto che di fatto il segretario del PD ha messo più di un veto nei confronti degli scissionisti.

Alle prossime elezioni quindi lo scenario più probabile è quello di due coalizioni di centrosinistra, una del PD più i centristi e l’altra con tutte le altre forze dell’area. Una soluzione unitaria finché ci sarà Renzi a capo dei dem è un’ipotesi irrealizzabile.

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