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I nuovi stress test penalizzano solo le banche commerciali?
martedì 6 marzo 2018, di
Continuano a destare l’attenzione del mercato i nuovi stress test EBA cui dovranno sottoporsi a breve le banche europee.
Il mese di novembre risulterà cruciale: gli istituti di credito saranno nuovamente monitorati con l’obiettivo di garantire una maggiore stabilità al sistema finanziario internazionale.
Eppure, nonostante i buoni propositi, i nuovi stress test non sembrano convincere parte del mercato. Il riferimento oggi è alle ultime dichiarazioni di Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, secondo cui le banche commerciali continueranno a risultare più penalizzate rispetto a quelle che detengono strumenti finanziari più illiquidi, gli asset level 2 e level 3.
Impatti marginali, anche con i nuovi stress test - Messina
“Guardate l’assumption degli stress test. Io la sto leggendo e, nonostante quello che dicono, gli impatti dei level 2 e level 3 sono marginali”,
ha affermato Messina.
Egli ha definito i suddetti attivi finanziari presenti nei bilanci delle banche come dei veri e propri pezzi di carta che poco o nulla hanno a che vedere con i crediti deteriorati.
Messina ha altresì ribadito come i regolatori internazionali non stiano ad oggi prestando lo stesso grado di attenzione su questi strumenti rispetto invece a quella conferita ai suddetti Non Performing Loans.
Le dichiarazioni del Ceo di Intesa Sanpaolo in merito agli esami di novembre hanno già trovato conferma nella view di numerosi altri banchieri italiani. Come già anticipato, è concezione ormai nota quella per cui i nuovi stress test - che coinvolgeranno tra l’altro solo le prime 4 banche italiane - potrebbero continuare a penalizzare le banche commerciali.