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Banca Mondiale: taglio alle previsioni di crescita in Asia, pesano Cina e tassi USA
lunedì 5 ottobre 2015, di
La Banca Mondiale ha tagliato ancora le previsioni di crescita in area Asia-Pacifico per il 2015 e il 2016 a causa dei rischi posti dal forte rallentamento in Cina e il prossimo rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti.
La banca si aspetta ora una crescita dello sviluppo dell’Asia orientale e del Pacifico del 6,5% quest’anno e del 6,4% nel 2016, in ribasso dalla previsione precedente al 6,7%.
L’ultima stima è addirittura inferiore alla crescita del 6,8% dello scorso anno.
Le principali banche di sviluppo hanno recentemente rivisto al ribasso le previsioni di crescita.
Il mese scorso, la Banca asiatica per lo sviluppo ha riferito che il rallentamento della crescita in Cina avrebbe trascinare con sé la crescita della regione in via di sviluppo al 5,8% quest’anno.
Il Fondo Monetario Internazionale, inoltre, ha segnalato a settembre che il rallentamento della crescita della seconda economia più grande al mondo costituisce una minaccia per l’economia globale.
"La crescita dello sviluppo nell’Asia orientale dovrebbe rallentare a causa del riequilibrio economico in Cina e del ritmo di normalizzazione atteso per i tassi di interesse negli Stati Uniti",
ha detto il capo economista dell’area Asia-Pacifico della Banca Mondiale Sudhir Shetty in un comunicato nella mattina di lunedì.
"Se la crescita della Cina dovesse rallentare ancora, gli effetti si farebbero sentire nel resto della regione, in particolare nei paesi legati alla Cina attraverso il commercio, gli investimenti e il turismo."
L’Est asiatico rappresenta quasi due quinti della crescita economica mondiale, secondo la Banca Mondiale.
Banca Mondiale: crescita in Cina ancora in ribasso
L’istituto di credito statunitense si aspetta ora che l’economia cinese cresca del 6,9% quest’anno e del 6,7% nel 2016, giù dalla previsione precedente al 7,1% e al 7%.
Il gigante asiatico è diretto verso la crescita più lenta in un quarto di secolo quest’anno e la view secondo cui la crescita potrebbe mancare il target ufficiale del governo del 7% si fa sempre più concreta.
Sebbene la tempistica sia ancora incerta, entro i primi mesi del 2016 la Federal Reserve - banca centrale degli Stati Uniti - aumenterà i tassi di interesse per la prima volta in quasi un decennio, il che potrebbe tradursi in un flusso di capitali in uscita dai mercati emergenti.
"Anche se il rialzo è già stato anticipato e, c’è ancora il rischio che i mercati possano reagire bruscamente all’inasprimento, causando il deprezzamento delle valute, un aumento degli spread obbligazionari, il calo degli afflussi di capitale e una riduzione della liquidità,"
commenta la Banca Mondiale.