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Banca Carige è a rischio risoluzione
venerdì 17 novembre 2017, di
Banca Carige sta rischiando la risoluzione.
A dimostrarsi più preoccupato del solito sarebbe stato il Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenuto in merito all’aumento di capitale dell’istituto ligure.
Nella giornata di ieri, la mancata costituzione del consorzio di garanzia su Banca Carige ha imposto la sospensione del titolo sulla Borsa Italiana, ed ha successivamente determinato l’intervento del Tesoro: i protagonisti della vicenda (banche e azionisti) avranno tempo fino a domenica per ricucire lo strappo, dopodiché il rischio risoluzione su Banca Carige diverrà reale.
Pessimo periodo, questo, per le banche italiane, appesantite anche dalle nuove indicazioni BCE intenzionata ad eliminare le garanzie sui conti inferiori a 100.000 euro. Quali prospettive?
I problemi del consorzio
Già prima dell’avvio, l’aumento di capitale di Banca Carige ha dovuto fronteggiare i primi ostacoli. Non sono state infatti riscontrate le condizioni necessarie alla nascita di un consorzio di garanzia sull’operazione, cosa che ha messo in discussione il rafforzamento patrimoniale dell’istituto ligure e sta portando oggi a parlare di risoluzione.
Banca Carige ha così convocato un Consiglio di Amministrazione straordinario, dal quale però sono emerse ben poche soluzioni.
L’ad Fiorentino ha continuato a mediare tra gli azionisti e il consorzio, ma a metà pomeriggio è stata resa nota l’impossibilità di trovare un commitment formale da parte della famiglia Malacalza (interessata a salire dal 17,6% al 28%), degli altri azionisti, di Gabriele Volpi e di Aldo Spinelli.
In serata è così arrivata la conferma dello scontro con le banche del consorzio, ossia Barclays, Deutsche Bank e Credit Suisse, sul quale continuerà comunque a lavorare l’amministratore delegato di Banca Carige, con l’obiettivo di accertare la sussistenza delle condizioni necessarie alle operazioni.
Ma qual è il vero motivo dello scontro che sta facendo oggi parlare di risoluzione per Banca Carige? Credit Suisse, Deutsche Bank e Barclays avrebbero chiesto uno sconto elevato sul Terp, il prezzo teorico ex diritto, una concessione, questa, che si scontrerebbe fortemente con gli interessi degli azionisti. Da qui, lo strappo.
“Date le attuali condizioni di mercato non escludiamo che la banca venga messa in risoluzione”,
hanno tuonato gli analisti di Banca Akros.
I problemi dell’istituto, e la messa in discussione del rafforzamento patrimoniale, avrebbero spinto Padoan ad intervenire, secondo quanto si apprende dalle più recenti indiscrezioni di stampa. Il ministro avrebbe avvertito le parti in causa, imponendogli di trovare un accordo entro la giornata di domenica: l’Italia non potrà permettersi la risoluzione di Banca Carige.