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Bad Bank: dopo apertura Visco, ok della commissione Ue. Bassanini: "Cdp non può essere coinvolta"

mercoledì 12 febbraio 2014, di Marta Panicucci

Il dibattito attorno alla creazione di una bad bank, nella quale convogliare i crediti deteriorati del sistema bancario italiano, si è innescato dopo le parole del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Sabato scorso infatti, nel corso dell’assemblea Assiom Forex, il numero uno di Bankitalia ha rilanciato l’ipotesi di "interventi più ambiziosi" di quelli messi in campo finora per migliorare le condizioni delle banche italiane.

Nel dibattito entra anche la commissione europea che la ritiene una buona iniziativa, a patto che non ricorra a risorse pubbliche e che i prezzi di cessione degli asset riflettano le perdite relative al credito.

Altra importante voce che partecipa al dibattito è il presidente della Cassa Depositi e prestiti, Bassanini, affermando che la "Cdp non può essere coinvolta in una bad bank di sistema in cui far confluire crediti inesigibili delle banche italiane perché gestisce i risparmi dei correntisti delle Poste."

Una bad bank in vista degli stress test
Il peso dei crediti deteriorabili negli istituti italiani continua a salite, a dicembre si è registrato un incremento del 24,6% rispetto all’anno precedente. In vista degli stress test dell’Eba e per riattivare il mercato del credito il governatore della Banca d’Italia ha aperto alla possibilità di creare una bad bank di sistema.

La bad bank di sistema sarebbe un istituto creato ad hoc per l’acquisto a prezzi ridotti di portafogli di crediti in sofferenza. Si tratta di crediti che, a causa dell’insolvenza del titolare, probabilmente le banche non recupereranno mai.

La possibilità di vedersi pagare tali asset dalla società che si impegna con strumenti professionali a recuperarli, dovrebbe consentire alle banche di riaprire i rubinetti del credito. La "pulizia" delle banche infatti, dovrebbe comportare il miglioramento degli indicatori patrimoniali e permettere agli istituti di smettere di accantonare soldi per far fronte alle possibili perdite sui crediti in sofferenza. Tutto questo in teoria, perché la Spagna ci insegna che non sempre il salvataggio delle banche dalla bancarotta ha poi avuto effetti positivi sull’economia reale.

La commissione Ue
La commissione europea avvalla l’ipotesi di creare una bad bank di sistema per mettere al sicuro gli istituti di credito italiani, ma "il vero problema è il prezzo al quale gli asset vengono traferiti alla bad bank".

Se il prezzo di cessione riflette le perdite, queste si rifletteranno nei bilanci della banca che tasferisce i crediti ma se invece è più alto andranno a pesare sulla bad bank. E in questo caso si verrebbe a determinare una una situazione nella quale le perdite verrebero assorbite dallo Stato o dal resto del sistema bancario e non dalla singola banca.

Il Ministro dell’Economia Saccomanni ha precisato che la creazione della bad bank non comporterebbe l’utilizzo di soldi pubblici e fondi europei.

Cassa Deposito e Prestiti
L’ultimo a intervenire nel dibattito sulla bad bank è presidente della Cdp, la società per azioni controllata per l’80,1% dal Tesoro e per il 18,4% da un gruppo di Fondazioni di origine bancaria.

"Non possiamo essere coinvolti (in progetti di bad bank) perché la prima regola di Cdp è la sana e prudente gestione del risparmio degli italiani", ha detto Bassanini a margine di una conferenza stampa al ministero.

Quello che invece può fare la Cdp e che è pure previsto dalla legge di stabilità è prendersi una parte del rischio per i nuovi prestiti erogati dalle banche, sul modello già attuato dalla Kfw tedesca, "si tratta - conclude Bassanini - di una cosa del tutto diversa da assumere o cartolarizzare i non performing loan passati".

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