Home > Altro > Archivio > BCE: cosa aspettarsi dal meeting del 2 ottobre? Analisi WSJ

BCE: cosa aspettarsi dal meeting del 2 ottobre? Analisi WSJ

mercoledì 2 ottobre 2013, di Federica Agostini

Cosa dobbiamo aspettarci dal meeting di oggi della Banca Centrale Europea? L’analisi di Real Time Economics sul Wall Street Journal parla di un nulla di fatto per quanto riguarda i possibili interventi sulla politica monetaria della banca. Tuttavia, l’analisi in questione sottolinea quattro elementi di fondamentale importanza che è impossibile ignorare per l’Eurozona e la BCE.

Meeting del 2 ottobre: lo scenario è diverso, ma il contesto?

Sebbene lo scenario del meeting BCE che si terrà oggi sarà diverso rispetto al solito (infatti si svolgerà a Parigi, anziché a Francoforte), il contesto economico e finanziario nel quale si inserisce continua ad essere pressoché lo stesso di questa estate:

  • ripresa piuttosto scarsa,
  • debole attività di prestito da parte del settore bancario,
  • inflazione decisamente bassa.

Secondo il parere degli analisti, la BCE deciderà di lasciare invariati i tassi di rifinanziamento allo 0.50%, per il quinto mese consecutivo. Nelle ultime settimane gli esponenti dell’esecutivo BCE hanno accennato alla possibilità di nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine, ma la maggior parte degli economisti ritiene che un’eventualità del genere possa essere presa in considerazione soltanto verso la fine dell’anno.

Dopo una sanguinosa recessione, le economie della zona Euro mostrano alcuni segni di stabilizzazione, sebbene continuino i problemi per i paesi cosiddetti "periferici". Nel mese di agosto la disoccupazione è scesa nell’Eurozona, nonostante rimanga comunque eccessivamente elevato al 12%. Contemporaneamente, gli indici che misurano l’attività delle aziende (indici PMI) segnalano la possibilità di un Pil in (moderata) crescita per il secondo trimestre di quest’anno.

In conclusione, per l’Europa le cose potrebbero andare decisamente meglio, specie per ciò che riguarda economia e condizioni di accesso al credito, ma anche peggio se si considera l’entità dei danni inferti dalla crisi del debito che da quattro anni a questa parte affossa i paesi del Sud Europa (e l’Irlanda).

Tuttavia, nonostante questo stato di calma apparente ci sono diverse questioni che potrebbero rivelarsi come bombe ad orologeria. Quattro temi che secondo il WSJ potrebbero far aumentare pressione sulla BCE. Vediamo di cosa si tratta.

Politica

Il governo Italiano vota in queste ore la fiducia e una nuova ondata di incertezza politica potrebbe spingere i rendimenti sui titoli italiani verso l’alto. Che l’Italia sia la prima nazione destinata ad accedere al programma anti-spread della BCE (OMT)? Non possiamo saperlo, ma è certo che senza un governo stabile i tagli e le riforme economiche subiranno un ulteriore rallentamento creando le condizioni "ideali" entro le quali si inserisce il programma delle Outright Monetary Transactions della BCE.

L’Italia non è nelle condizioni di richiedere l’accesso o utilizzare il programma OMT e questo mette in luce tutti i limiti e le debolezze di questo programma. Nicholas Spiro, CEO Spiro Sovereign Strategy

Economia

Nel secondo trimestre di quest’anno l’Eurozona riesce ad uscire da una lunga e straziante recessione durata sette trimestri consecutivi. Secondo quanto rilevato dalle stime Eurostat, rispetto ai primi tre mesi dell’anno l’Eurozona è cresciuta tra marzo e maggio dello 0.3%. Tuttavia, i dati sulla produzione industriale e le spese dei consumatori lasciano presagire un futuro meno roseo, nonché una possibile difficoltà a raggiungere un tasso di crescita annualizzato dello 0.5%, specie se si considera il recente apprezzamento del valore dell’Euro sul mercato valutario, un elemento del tutto deleterio per il settore delle esportazioni.

Attività di prestito

In questo ambito siamo ancora in profondo rosso. Su base annua, i prestiti alle attività private sono scesi del 2% nel mese di agosto. Per fronteggiare questa situazione la BCE ha diversi strumenti a disposizione: può ridurre i tassi di interesse o avviare forme di prestito a lungo termine per le banche.

La scorsa settimana, il presidente della BCE Mario Draghi ha citato la possibilità di nuovi prestiti nella forma di Ltro come forma di possibile intervento se il mercato valutario dovesse portare all’eccessivo rialzo il valore dell’Euro. Tuttavia, diversi analisti si domandano se questa possa essere considerata la giusta soluzione in un contesto in cui le banche (specie nel Sud Europa) devono invece trovare il modo di ridurre i conti.

Inflazione

Il mandato della BCE impone che l’inflazione venga mantenuta sotto controllo dalla banca centrale, ad un tasso inferiore ma vicino al 2% nel medio termine. Il mese passato, il tasso di inflazione annuale è stato rilevato all’1.1%, il livello più basso degli ultimi tre anni. Per il 2014, la BCE prevede un tasso medio dell’1.3%, ancora molto inferiore al target previsto dal mandato.

Cosa aspettarsi dal meeting di oggi?

Secondo l’analisi Real Time Economics del WSJ, questo mix di segnali che puntano ad una pallida ripresa, al calo dell’attività al settore privato e ad un tasso di inflazione in fase calante terranno in piedi la possibilità di un nuovo taglio ai tassi di interesse da parte della BCE, anche se questo non si concretizzerà nella giornata di oggi.

C’è però una sicurezza. Lo scenario economico ed inflazionistico lascia ampio spazio alla possibilità che Draghi rinnovi la sua promessa: mantenere la politica monetaria della BCE oltremodo allentata per lungo periodo.

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.