Australia: inflazione ok, sale la valuta. Ecco le nuove prospettive per l’Aussie

Il tasso di inflazione in Australia è aumentato, un po’ a sorpresa, dell’1,7% su base tendenziale rispetto all’1,5% atteso dagli analisti finanziari. Secondo gli esperti si tratta di una risalita dovuta essenzialmente alla debolezza della valuta domestica, che negli ultimi anni si è deprezzata molto in scia alla politica monetaria ultra-espansiva della Reserve Bank of Australia e alla forza generalizzata del dollaro statunitense. Sul forex il tasso di cambio AUD/USD, il cosiddetto “Aussie”, è arrivato a perdere più del 50% negli ultimi tre anni, anche a causa della debolezza dei prezzi delle materie prime e per la frenata economica della Cina.

Pechino è il primo partner commerciale del paese oceanico e il suo forte rallentamento ha condizionato non poco l’andamento dell’economia australiana. Inoltre la caduta dei prezzi di alcune commodity, come il minerale di ferro e il carbone, ha avuto riflessi molto negativi anche sulle entrate pubbliche. Ad ogni modo l’Australia è riuscita a resistere abbastanza bene alla recente crisi, mostrando anche un significativo miglioramento del mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione è infatti sceso al 5,8% e lo scorso anno sono stati creati ben 300mila nuovi posti di lavoro.

La prossima riunione della RBA non dovrebbe portare sorprese sul fronte dei tassi di interesse: è ormai data per scontata la conferma del cash rate al 2%, che resta il livello più basso di sempre. Sul forex l’Aussie appare in buona condizione, tanto da salire sui massimi delle ultime tre settimane in area 0,7120. Nel breve periodo è atteso un ulteriore miglioramento, probabilmente fino a 0,72 o addirittura 0,73. Appare difficile, invece, un’inversione del trend di breve periodo con nuovo attacco dei minimi posti in area 0,6830. Per quanto riguarda il cross EUR/AUD, invece, che ha trovato una forte opposizione in area 1,6050, è atteso un movimento bearish fino a 1,51 – 1,50.