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Assunzioni precari scuola, il 27 marzo decideranno i giudici Ue
martedì 18 febbraio 2014, di
Assunzioni precari nella scuola: in Italia è un argomento particolarmente delicato, soprattutto se consideriamo anche la difficile situazione dell’accesso pensionistico dell’attuale classe insegnante di ruolo. Insomma, che forse si abusi dei contratti a termine in un comparto fondamentale come quello dell’istruzione era già da tempo un sentire diffuso, ma che sia l’Europa a giudicarci è tutto un altro paio di maniche.
Una condanna forse già scritta
Tuttavia, non è certo un’esperienza inedita per il nostro Paese quella di ricevere una bacchettata sulle dita da parte dell’Ue: sempre in materia di precari, infatti, la Corte di Giustizia Europea aveva emesso già lo scorso gennaio due provvedimenti (un’ordinanza e una sentenza) in materia di precariato nel pubblico impiego. Di fatto, la strategia italiana di ricorrere a ripetuti contratti a tempo determinato, al solo scopo di risparmiare sulle spese relative al personale, è giù stata sonoramente bocciata, riaccendendo così le speranze di una possibile stabilizzazione per oltre 230 mila impiegati nella Pubblica Amministrazione (130 mila nella scuola, 30 mila nella sanità e 80 mila nelle autonomie locali).
Che cosa si decide il 27 marzo
Nello specifico, il 27 marzo la Corte di Bruxelles si esprimerà sui dubbi sollevati proprio dalla nostra Corte Costituzionale, che vuole sapere se l’articolo 4 della legge 124/99 (sulle supplenze scolastiche) contrasti con la normativa europea e se, in caso di risposta affermativa, le esigenze del sistema scolastico italiano possano giustificare una deroga al divieto di reiterazione di contratti a termine.
La decisione finale spetterà al giudice nazionale?
Secondo le anticipazioni pubblicate dal quotidiano Italia Oggi, però, pur essendo molto probabile una condanna per il nostro Paese, verosimilmente la decisione finale verrà comunque demandata al giudice nazionale. Purtroppo, i precedenti da questo punto di vista non sono affatto incoraggianti: basti ricordare la sentenza 10127/2012 della Cassazione, la quale ha già riconosciuto che in Italia persistono esigenze temporanee reali, tali da giustificare il rinnovo dei contratti a tempo determinato .
Per i precari, quindi, le speranze sono rivolte non solo a Bruxelles, ma anche alla nostra Consulta, la quale - con una sua decisione in merito alla costituzionalità delle norme prese in esame - potrebbe davvero riaccendere le speranze di centinaia di migliaia di dipendenti in attesa di stabilizzazione.