Home > Altro > Archivio > Unioni civili: modifica automatica del codice fiscale per le coppie omosessuali?
Unioni civili: modifica automatica del codice fiscale per le coppie omosessuali?
lunedì 19 settembre 2016, di
Ultime novità in materia di unioni civili: oggi, a fare notizia, è il cambio automatico del codice fiscale per le coppie omosessuali che decidono di iscriversi al registro delle unioni civili previsto dalla legge Cirinnà.
Con la scelta di adottare un cognome comune si aprono quindi nuovi problemi burocratici per le coppie omosessuali.
Infatti, per le coppie omosessuali che decideranno di adottare il cognome del partner in sede di unione civile, le disposizioni contenute nel decreto ponte approvato il 28 luglio, in attuazione della legge Cirinnà, prevedono la modifica automatica del codice fiscale.
In sede di unione civile, alla coppia viene data la possibilità di richiedere un cognome comune. Al nuovo nome di famiglia segue, però, il cambio del codice fiscale per il compagno o la compagna che deciderà di affiancare il cognome del partner al proprio.
Nel nuovo codice fiscale verrà quindi aggiunto il cognome del partner.
Non è una novità da poco, perché la modifica del codice fiscale prevede, di conseguenza, nuove prassi burocratiche: dal cambio del passaporto, a quello dell’intestazione Inps e via discorrendo.
Cosa prevede il decreto ponte e quali sono quindi le conseguenze della modifica del codice fiscale per le coppie che decideranno di unirsi in sede di unione civile e di adottare un cognome comune?
Unioni civili e cognome comune: quali conseguenze per le coppie omosessuali?
Le disposizioni contenute nel Decreto Ponte del 28 luglio scorso prevedono che le coppie omosessuali che decideranno di unirsi in sede di unione civile potranno scegliere di adottare un cognome comune.
Il tutto, però, ad un prezzo: la modifica automatica del codice fiscale è la somma da pagare per le coppie che decideranno di aggiungere al proprio cognome quello del partner.
La disposizione del decreto ponte prevede quindi un vero e proprio cambio di identità per il partner della nuova coppia che deciderà di aggiungere al proprio il cognome scelto per il nuovo nucleo familiare.
Nel modulo di iscrizione al registro delle unioni civili, la coppia si troverà quindi a dover scegliere se - e chi - tra i due partner dovrà adottare il cognome comune, con la conseguente modifica del codice fiscale e dei documenti di identità.
Una postilla, che si legge nel modulo d’istanza contenuto sul sito del Comune di Milano, contiene l’autodichiarazione di consapevolezza che la scelta di anteporre o postporre al proprio cognome quello del partner comporta il cambio del proprio codice fiscale.
La disposizione transitoria contenuta nel decreto ponte prevede, quindi, che la scelta di aggiungere al proprio cognome quello del partner sia condizionata ad un’ulteriore serie di prassi burocratiche.
Le conseguenze per chi dovesse decidere di modificare il proprio cognome da nubile o celibe non sono da poco: al cambio del codice fiscale seguono modifiche non soltanto ai documenti di identità, poiché saranno da modificare il passaporto, eventuali mutui, la posizione Inps e via discorrendo. Insomma, il partner che cambierà il suo cognome si vedrà costretto ad affrontare una trafila burocratica per modificare i propri dati anagrafici e tutti i documenti intestati alla precedente identità da celibe\nubile.
Unioni civili e cambio codice fiscale: le reazioni del mondo omosessuale
La disposizione transitoria che applica la legge Cirinnà non ha raccolto, ovviamente, molti consensi.
Lamentele arrivano dal mondo omosessuale, che ha evidenziato come nelle disposizioni transitorie contenute nel decreto attuativo alla legge Cirinnà siano presenti trattamenti ancora una volta disparitari in materia di unioni civili tra persone dello stesso sesso.
L’avvocato Stefania Santilli, consulente Arcigay, ha esposto la problematica: il decreto ponte in applicazione della legge Cirinnà è un pasticcio e in materia di unioni civili ancora sono molte le discriminazioni per le persone dello stesso sesso che decidono di iscriversi al registro nazionale.
Quello che le associazioni omosessuali reclamano, con la consulenza di avvocati, è il diritto ad una parità di trattamento rispetto alle coppie etero che decidono di sposarsi: per la moglie che decide di postporre al proprio il cognome del marito, non è prevista - affermano le associazioni in difesa dei diritti omosessuali - la prassi burocratica appannaggio, invece, delle unioni civili.
La modifica del codice fiscale conseguentemente alla scelta di adottare un cognome comune è quindi vista come misura discriminatoria.
Unioni civili vs matrimonio: cosa succede se la moglie vuole il cognome del marito?
Ma cosa prevede la legge in materia di adozione del cognome del marito per i matrimoni tra persone dello stesso sesso?
La legge in materia di doppio cognome, in vigore dal 1 gennaio 2013, stabilisce che i coniugi che decidono di adottare un unico cognome coniugale dovranno comunicare la modifica, parimenti alle disposizioni transitorie del decreto attuativo della legge Cirinnà, nei rapporti con l’amministrazione, il datore di lavoro, le autorità fiscali, le banche.
Inoltre, è bene specificarlo, anche per le coppie eterosessuali che si uniscono in matrimonio è prevista la modifica dei documenti, sempre se la moglie decide di aggiungere al proprio il cognome del marito.
L’articolo 143 del Codice Civile stabilisce che la moglie adotti, dopo il matrimonio, il cognome del marito. Una pratica obsoleta e, oggi, raramente applicata che riconosce, comunque, la possibilità per la moglie di adottare il cognome del coniuge.
Per la moglie che decidesse di aggiungere al proprio cognome quello del marito è prevista la conseguente modifica dei documenti personali: passaporto, carta d’identità e via discorrendo. In questo caso, si tratterebbe di un procedimento amministrativo di cambio del cognome, che si conclude con decreto del Ministero dell’Interno.
In Italia, il cambio di nome e cognome non è una pratica poi così semplice: la legge stabilisce che si possa scegliere di modificare la propria identità soltanto nel caso di cognome ridicolo o vergognoso, oppure nel caso ci sia una comprovata esigenza di modifica, ad esempio per i collaboratori di giustizia.
In materia di unioni civili tra persone dello stesso sesso, sembra invece che la scelta di adottare il cognome del partner e la modifica della propria identità possa - e debba - avvenire semplicemente barrando una casella.
La modifica automatica del codice fiscale è quindi un’ulteriore difficoltà per le coppie dello stesso sesso che decidono di unirsi con il nuovo istituto dell’unione civile.
Insomma, c’è ancora molto da lavorare per quel che riguarda le unioni civili tra persone dello stesso sesso, poiché ad oggi la legge Cirinnà sta ancora causando discussioni e confusioni.
Il Ministero della Giustizia, dopo il pasticcio del decreto attuativo di fine luglio, è corso ai ripari: le nuove disposizioni di legge, in attesa di approvazione, non prevedono variazioni anagrafiche per chi dovesse decidere di utilizzare il doppio cognome.
Le coppie omosessuali sono in attesa di conoscere quali saranno le novità.
Intanto, i legali delle famiglie Arcobaleno stanno preparando una guida alle unioni civili: un’indicazione delle insidie e delle problematiche della legge Cirinnà.