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Tasse, imposte o contributi: cosa sto pagando?
lunedì 3 luglio 2017, di
Parte da oggi la pubblicazione integrale dei singoli capitoli del manuale “Non è tutto oro quello che luccica”, opera realizzata da un gruppo di “commercialisti che ci mettono la faccia” per fare corretta informazione sul mondo del fisco, con particolare riferimento ai metodi che gli imprenditori hanno a disposizione per comprendere come risparmiare sulle tasse.
Iniziamo con la differenza tra tasse, imposte e contributi. Luca Felci, Dottore Commercialista in Pistoia, ci spiega come il primo dei 59 segreti del cosiddetto escapologo non sia un segreto ma semplicemente un insieme di nozioni mal raccolte dalle prime pagine di un qualsiasi testo di diritto tributario.
Tasse, imposte o contributi: cosa sto pagando?
Il primo dei 59 segreti illustrati fornisce al lettore una panoramica del sistema tributario italiano e dei prelievi che lo contraddistinguono.
Vengono quindi brevissimamente esposte le principali caratteristiche e differenze tra tasse, imposte (dirette ed indirette) e contributi; si conclude quindi sfoggiando il primo segreto degli imprenditori disinibiti, ovvero, essenzialmente, saper riconoscere le spese inerenti alla propria attività economica e documentarle adeguatamente.
COMMENTO
Non occorre molto per capire che il primo “segreto”, che apre la lista dei 59, non contiene in realtà alcun segreto: difatti è l’autore stesso a considerare questo primo paragrafo una sorta di premessa, che “poteva anche essere inserita nell’introduzione di questo corso”. Avete acquistato e pagato per 59 “segreti” e già vi dicono che il primo non lo è. Un buon modo per iniziare.
Venendo ai contenuti riportati, qualsiasi testo universitario di diritto tributario può fornire, ed in modo anche assai più dettagliato, definizioni e caratteristiche di tasse, imposte e contributi, che non stiamo in questa sede a riprendere per evitare tediose spiegazioni.
Questo detto, l’opera di sensibilizzazione dell’imprenditore in tema di sistema tributario italiano, per quanto fatta in poche righe, è sinceramente anche apprezzabile; resta tuttavia da comprendere, in un corso che promette il risparmio fiscale, dove l’imprenditore lo possa realizzare leggendo questa prima parte del “segreto”.
Ma veniamo alla parte finale del paragrafo, dove finalmente sembra che sia infine svelato “il primo segreto degli imprenditori disinibiti”: caro imprenditore, verifica sempre attentamente se le spese che sostieni sono inerenti alla tua attività, così, se del caso e con il supporto dell’idonea documentazione, potrai detrarre (non dedurre, come erroneamente riportato) l’IVA (che è un imposta indiretta e non diretta, come erroneamente riportato) e dedurre i relativi costi.
Accidenti, scommetto che nessuno, soprattutto il tuo commercialista, aveva mai pensato che per le spese documentate dell’attività si può detrarre l’IVA e dedurre il costo. Che illuminazione!
Ovviamente quest’ultima parte, nella sua disarmante banalità, non può che essere condivisibile; l’inerenza delle operazioni è principio cardine del sistema tributario italiano, così come l’adeguata documentazione delle operazioni poste in essere risulta essere condizione essenziale per il loro riconoscimento fiscale. Non mi soffermo su casistiche particolari e situazioni “limite”, perché saranno ampiamente dibattute nei paragrafi che seguiranno.
Se da una parte quindi preme anche allo scrivente ribadire l’importanza di questi argomenti, nello specifico inerenza e documentabilità delle operazioni, dall’altra alcune domande nascono spontanee:
1. Leggendo questo segreto, dove realizzo un risparmio d’imposta?
2. È davvero un segreto, o qualunque commercialista può dirmi le stesse cose?
3. Sto pagando per questo segreto, che beneficio avrò da questo costo?
Le risposte sono ovviamente segrete.