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Sondaggi: la maggioranza degli elettori PD vorrebbe un’alleanza con Pisapia e Bersani
martedì 4 luglio 2017, di
Sondaggi politici: gli elettori del Partito Democratico sarebbero in larga maggioranza favorevoli a un’alleanza con il nuovo movimento di sinistra di Pisapia e Bersani, bocciando invece quella con Berlusconi.
Questo è quanto emergerebbe da un sondaggio politico condotto dall’istituto Ipr Marketing e pubblicato sul quotidiano Il Giorno, che ha anche evidenziato come sempre l’elettorato del PD sia favorevole al fatto che il partito si possa alleare con altre forze politiche.
La sorpresa però è che, secondo il sondaggio, un’ampia maggioranza degli elettori dem vorrebbe che Matteo Renzi optasse per ricucire lo strappo che si è consumato negli scorsi mesi con gli scissionisti.
Convince meno poi la possibilità di un’alleanza, naturalmente questa post voto, con Silvio Berlusconi, ovvero colui che è stato dalla nascita della Seconda Repubblica il grande nemico per eccellenza.
Sondaggi politici: elettori PD vogliono Pisapia
In un momento di grande confusione nel centrosinistra, il sondaggio politico effettuato dall’istituto Ipr Marketing fa un po’ di luce su cosa pensano gli elettori del Partito Democratico in tema delle future alleanze.
Il primo quesito che Ipr Marketing ha rivolto agli intervistati selezionati, è stato quello sul fatto se sia giusto che il Partito Democratico vada a stringere alleanze con altri partiti alle prossime elezioni.
- Sì - 68%
- No - 20%
- Senza opinione - 12%
La seconda domanda invece del sondaggio riguardava con chi nell’eventualità il Partito Democratico si dovrebbe alleare alle prossime elezioni.
- Sinistra (Pisapia, Bersani, D’Alema) - 62%
- Forza Italia - 15%
- Senza opinione - 23%
Il quadro generale quindi sembrerebbe essere abbastanza chiaro: gli elettori del Partito Democratico sono favorevoli ad alleanze politiche, da stringere con Pisapia e gli scissionisti e non con Forza Italia.
Un desiderio questo che però andrebbe a cozzare contro la realtà dei fatti. Un’intesa tra Matteo Renzi e Insieme, il nuovo soggetto politico in procinto di nascere dopo la manifestazione di Roma organizzata da Pisapia, in questo momento è molto lontana se non impossibile.
Anche all’interno del PD però cresce sempre più la schiera dei parlamentari favorevoli al dialogo con chi soltanto pochi mesi ha deciso di andarsene dal partito. Un pressing su Renzi che finora però non ha prodotto grossi risultati.
Tutto nelle mani di Renzi
La sconfitta nelle elezioni amministrative di giugno non ha provocato soltanto la reazione del mondo politico di centrosinistra, ma ha anche fatto nascere il timore nell’elettorato del Partito Democratico che la destra torni al potere in Italia.
Un sentimento questo che potrebbe spiegare l’esito del sondaggio politico condotto da Ipr Marketing, con il popolo di centrosinistra che spingerebbe per una unità che potrebbe contrastare così la crescita di Salvini e il ritorno di Berlusconi.
Ma se Matteo Renzi continua a ribadire che non ci sarà una coalizione con gli scissionisti e la sinistra radicale, anche dall’altro fronte non arrivano segnali rassicuranti in merito a un accordo con il Partito Democratico.
Massimo D’Alema in tal senso è stato molto esplicito nel delineare quale sarà la strategia politica di Insieme: presentarsi alle elezioni staccati dal PD, cercare di ottenere un buon risultato per poi vedere se ci sono i numeri per fare un governo proprio con il partito di Renzi.
Ma quale sarebbe allora la differenza? Così facendo sarebbero diversi i rapporti di forza. Una coalizione pre voto vedrebbe Renzi e il Partito Democratico al timone, con tutti gli altri che si andrebbero ad accodare.
Così facendo invece, Insieme avrebbe una maggiore forza politica che gli permetterebbe di non essere subordinato al Partito Democratico. Una strategia questa ipotizzata da D’Alema che però potrebbe incontrare due problematiche.
La prima è numerica. Se la lista unica di Insieme riuscisse a raggiungere l’obiettivo del 10%, questo significherebbe però che il Partito Democratico con ogni probabilità perderebbe molti voti.
A meno che quindi Renzi non riesca comunque a ottenere almeno il 30%, rosicchiando voti al Movimento 5 Stelle e ai centristi, dopo il voto non ci sarebbero i numeri per formare una maggioranza di governo di centrosinistra.
Il secondo ostacolo invece è strategico. Anche ipotizzando che ci fossero i numeri per governare, Matteo Renzi però in quel momento dovrebbe scegliere se formare un esecutivo con Insieme oppure con Forza Italia.
Anche se secondo il sondaggio il popolo del PD vorrebbe che si guardasse a sinistra, Renzi invece con ogni probabilità potrebbe scegliere Berlusconi, in quanto molto più accomodante e meno problematico rispetto la critica sinistra.
Il destino del centrosinistra quindi è tutto nelle mani di Matteo Renzi come voluto dagli elettori che lo hanno premiato alle primarie. Per capire però come si andranno a strutturare le varie alleanze, ci sarà bisogno prima di conoscere la nuova legge elettorale.