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Riforma delle Pensioni 2015, cumulo redditi, salario minimo, età pensionabile: le ultime proposte allo studio del Governo
domenica 10 maggio 2015, di
In seguito alla pubblicazione della Sentenza n. 70/2015 della Corte Costituzionale risulta sempre più necessario un intervento organico sul comparto previdenziale, una riforma delle pensioni che vada a sanare definitivamente le molteplici falle individuate nella riforma Fornero (non solo il blocco della rivalutazione delle pensioni ma anche la questione esodati) e che vada a riorganizzare un settore di cui, da più parti, si richiede una revisione complessiva.
Proprio per questi, negli ultimi giorni, in attesa che il Governo definisca le modalità, i tempi e i modi in cui avverrà il rimborso delle pensioni per i contribuenti che hanno subito il blocco della rivalutazione degli assegni, ha ripreso quota, per via delle molteplici richieste giunte da parlamentari, appartenenti anche alla maggioranza, l’ipotesi di varare la riforma delle pensioni, addirittura per decreto.
Anche se si tratta di uno scenario poco probabile, data la delicatezza e la complessità della materia, è opportuno tenere in considerazione le ultime proposte avanzate relative al divieto di cumulo di redditi da lavoro e da pensione, al reddito minimo e all’età pensionabile delle donne.
Divieto di cumulo dei redditi
In una recente interrogazione al ministro del Lavoro, alcuni parlamentari del PD hanno sollecitato la reintroduzione del divieto di cumulo tra redditi da lavoro e redditi da pensione, al fine di facilità il ricambio generazionale.
L’abolizione del divieto di cumulo tra redditi da lavoro e redditi da pensione (avvenuta con il DL 112/2008 e la conseguente Legge di conversione 133/2008) ha determinato il graduale aumento dei pensionati che lavorano e che, quindi, da un lato percepiscono un reddito da pensione e, dall’altro, occupano posti di lavoro preclusi ai giovani.
Se, congiuntamente alla reintroduzione del divieto di cumulo dei redditi, fossero anche riviste a ribasso le soglie di accesso alla pensione (elevate dalla riforma Fornero) o fossero previste delle penalizzazioni sulle pensioni per chi decide di proseguire l’attività lavorativa dopo la pensione, si otterrebbero contrappesi validi a riequilibrare l’attuale situazione e a liberare nuovi posti di lavoro.
Reddito minimo
Sul reddito minimo è da registrare una recente apertura del Ministro Giuliano Poletti che, intervenuto in teleconferenza a una manifestazione nazionale organizzata dal PD proprio su questo tema ha affermato che
"Il reddito minimo è una misura che deve essere discussa perché è uno strumento di contrasto alla povertà (... ) Ci sono diversi elementi da analizzare e affrontare per poi arrivare ad una misura universale e complessiva che possa davvero abbattere le soglie di povertà e dare dignità alle persone e alle famiglie"
Rimangono comunque presenti i dubbi e le riserve sulle modalità di accesso a questa misura e sugli opportuni controlli da mettere in atto, per evitare situazioni di frode
"Prima di tutto bisogna affrontare e decidere sulle misure di verifica continue e controllo delle modalità di accesso al contributo reddituale. Poi c’è la questione delle risorse che andrà affrontata con particolare attenzione perché dovremo valutare diverse possibilità e rintracciare le più adeguate"
Età pensionabile e opzione donna
Altro tema che alcuni parlamentari del PD hanno richiamato è quello delle pensioni delle lavoratrici del settore privato che, senza un intervento legislativo subiranno presto un aumento troppo gravoso dei requisiti pensionistici. Dal 2016, infatti, si avranno le seguenti soglie:
- lavoratrici del settore privato = da 63 anni e 9 mesi di età a 65 anni e 7 mesi di età;
- lavoratrici del settore pubblico = da 66 anni e 3 mesi di età a 66 anni e 7 mesi di età;
- lavoratrici autonome e parasubordinate = da 64 anni e 9 mesi di età a 66 anni ed 1 mese di età;
Questo passaggio, già di per sé molto pesante, sarà ulteriormente aggravato dalla scadenza dell’opzione donna (31 Dicembre 2015) che, solo per quest’anno, concede ancora la possibilità di andare in pensione a 57 anni, optando per il calcolo della pensione con sistema contributivo.