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Profughi l’allarme del Viminale: sbarchi in aumento del 67%, nel 2017 potrebbero arrivare in 250.000

mercoledì 15 marzo 2017, di Alessandro Cipolla

Il Viminale lancia l’allarme profughi.

Sono significativi i dati forniti dal Ministero dell’Interno circa l’arrivo di migranti dal 1 gennaio: nei primi 73 giorni del 2017 gli sbarchi sono aumentati del 67% rispetto al 2016, anno in cui già si registrò un forte aumento degli arrivi.

Una situazione quindi che, se dovesse continuare a procedere di questo passo, potrebbe far registrare un nuovo record di sbarchi di profughi sulle coste italiane: se il flusso migratorio dovesse mantenere questo ritmo, a fine anno si potrebbero registrare fino a 250.000 arrivi.

Numeri questi che potrebbero mandare al collasso il già precario e affollato sistema di accoglienza che è stato messo in atto, con risultati spesso non proprio esaltanti, negli ultimi anni in Italia.

Il governo Gentiloni a febbraio ha approvato un nuovo decreto legge sul tema dell’immigrazione, con lo scopo di migliorare in toto sia il sistema dell’accoglienza che quello dei rimpatri. La sensazione però è che senza una maggiore cooperazione internazionale sarà dura, ed i numeri paventati dal Viminale mettono paura.

Nel 2017 arrivi record di migranti

Numeri da brividi quelli forniti dal Viminale sugli arrivi di migranti sulle coste italiane. Nei primi 73 giorni del 2017 sono sbarcati nel Belpaese 15.582 profughi, il 67% in più rispetto al 2016 quando nello stesso periodo ne giunsero 9.496.

Se questo flusso di migranti dovesse mantenere questa costanza per tutti i prossimi mesi, alla fine del 2017 potrebbero essere in totale 250.000 i migranti ad arrivare in Italia, un numero record per il nostro paese.

Nel 2016 i migranti arrivati nel nostro paese furono in totale 181.405, un 18% in più rispetto al 2015 quando sbarcarono 153.843 profughi. Mentre nel resto d’Europa i numeri diminuiscono, in Italia invece crescono vertiginosamente.

La chiusura della rotta balcanica ha fatto sì che i viaggi della speranza tornassero a partire soprattutto dalla Libia, con le nostre coste che quindi sono nuovamente diventate gli approdi principali dei sbarchi di migranti.

Visto che stiamo andando incontro alla bella stagione, probabilmente il grande flusso di arrivi difficilmente andrà a diminuire. Se veramente i numeri dovessero continuare ad essere questi, il nostro sistema di accoglienza potrebbe collassare.

Accoglienza al collasso

Attualmente in Italia sono accolti 173.873 migranti. Un numero importante ma ancora che può essere gestito dal piano in uso negli ultimi tempi. Adesso infatti vige il sistema Sprar, con i Comuni aderenti che ospitano 2,5 migranti per ogni mille abitanti.

Allo stato delle cose quindi, l’Italia in questo momento con questo sistema può ospitare fino a 200.000 migranti. Se però a fine 2017 dovesse confermarsi un aumento del 67% degli arrivi, allora i Comuni e i centri di accoglienza del nostro paese non avrebbero i numeri per sostenere un tale flusso.

Bisogna considerare poi che, in questi primi 73 giorni del 2017, sui 15.582 profughi arrivati in Italia ben 2.230 erano minori non accompagnati. Situazioni queste ancor più delicate, che potrebbero mettere in crisi la già lenta di per sè macchina burocratica.

Il governo da tempo si è attivato per cercare di porre rimedio a questa situazione che rischierebbe di diventare incontrollabile. Lo scorso febbraio è stato infatti approvato un decreto legge voluto dal nuovo ministro dell’Interno Marco Minniti, dove si cerca di migliorare il sistema dell’accoglienza e quello dei rimpatri.

Il testo prevede l’apertura di nuovi CIE ( centri di identificazioni ed espulsione), per migliorare e snellire le procedure di rimpatrio dei profughi giunti in Italia e che non hanno le credenziali per poter ottenere lo status di rifugiato.

Per far questo è fondamentale aumentare l’efficienza delle procedure per la richiesta d’asilo. Per porre rimedio a questo inefficienza, nel decreto legge sono previsti l’istituzione di 14 tribunali con sezioni speciali apposite per le richieste d’asilo politico e per le espulsioni.

Oltre al migliorare il sistema interno, il Viminale punta anche a rendere più efficiente la cooperazione con la Libia. Ad aprile dovrebbe terminare il periodo di addestramento dei nostri militari ai colleghi libici, ai quali saranno fornite anche motovedette per fermare subito le partenze dei barconi.

Oltre alla Libia, sarà fondamentale però che anche l’Europa faccia la sua parte, visto che dopo l’accordo fatto con la Turchia il sentore è che Bruxelles abbia lasciato l’Italia e la Grecia abbastanza a loro stessi.

Il problema però è che a breve si voterà in Francia e Germania, con il tema migranti che quindi al momento non vuole essere affrontato da nessuno, mentre le nostre coste si riempiono di disperati e i morti in mare aumentano sempre di più.

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